«Restituite i cani, oppure pagate»

Dopo più di cinque anni di coccole, giochi e passeggiate, devono separarsi dai loro amici a quattro zampe. Oppure, se vogliono tenerli, pagare 550 euro. Ha avuto un finale che per oltre 50 famiglie verbanesi è come una doccia fredda, la vicenda dei cuccioli di cane sequestrati nel 2010 dal comando verbanese del Corpo Forestale dello Stato nel negozio “Piccolo zoo” di Gorla Maggiore. Si è infatti chiuso con l’assoluzione dal reato di maltrattamento di animali il processo alla titolare. E il giudice del Tribunale di Busto Arsizio ha stabilito anche che gli animali, che ora hanno più di cinque anni, siano restituiti alla legittima proprietaria. Le famiglie che si erano messe a disposizione come “custodi giudiziali” e hanno di fatto cresciuto i cani, tutti di razza, hanno quindi ricevuto nei giorni scorsi una lettera della Forestale che li informava della sentenza. Per loro, ora, si profila una scelta: o dire addio ai loro cani, oppure pagare 550 euro per diventarne proprietari a tutti gli effetti. È evidente che quasi tutti pagheranno: la separazione sarebbe un trauma sia per gli umani che per gli animali. Il blitz della Forestale al “Piccolo zoo” era scattato il 16 marzo 2010: gli uomini del Nucleo investigativo di Verbania, con il supporto dei colleghi di Varese, avevano portato via 58 esemplari tra carlini, yorkshire, bulldog e altre razze, provenienti dall’Est europeo e tenuti in condizioni di illuminazione ritenute non favorevoli per il loro benessere. La donna era stata rinviata a giudizio. Si erano costituite parti civili anche le associazioni animaliste Lav e Anpana. I veterinari che visitarono gli animali subito dopo il sequestro diagnosticarono sintomi di patologie intestinali, oculo congiuntivali, dermatologiche, difficoltà di deambulazione con ipotonia muscolare. Tre cuccioli non erano sopravvissuti.
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