A BUSTO E INDUNO
Ricche, sedotte e raggirate dall’infermiere
A processo per truffa anche due complici dell’uomo

Ricche, single, senza figli, dedite alle madri malate: le vittime perfette per un raggiro. Anzi, per una circonvenzione di incapace. Sono tre i truffatori comparsi ieri mattina, lunedì 13 novembre, davanti al giudice Cristina Ceffa con l’accusa di aver depauperato due cinquantaseienni, una di Busto Arsizio e l’altra di Induno Olona.
In aula c’erano pure le donne con l’intenzione di costituirsi parte civile: non avevano mai sporto denuncia, una per affetto, l’altra per vero e proprio amore. Quando ad agosto la guardia di finanza arrestò gli imputati non erano ancora persuase di essere cadute nella rete di uomini senza scrupoli, ma le fiamme gialle hanno aperto loro gli occhi mettendole davanti a bonifici e movimenti bancari. Alla regia delle manipolazioni c’era un infermiere che aveva la possibilità di agganciare ereditiere con fragilità psicologiche nel contesto sanitario in cui operava. Complici l’amico architetto e, seppur in parte minore, un pescarese: era sui loro conti che transitavano i soldi.
La prima a essere spolpata dall’operatore sanitario è stata la bustocca che prima di incontrare lui navigava davvero nell’oro: l’attività di famiglia aveva fruttato un patrimonio immobiliare di circa un milione di euro. Prestigiose abitazioni in città e un appartamento a Forte dei Marmi di quasi 300mila euro. La donna, provata da solitudine e responsabilità, venne ricoverata in psichiatria a Tradate per tre mesi e lì conobbe l’infermiere. L’uomo riuscì a convincerla a cedere tutto e ora si ritrova in un alloggio d’emergenza assegnatole dai servizi sociali di Carnago, ai quali è in carico. Indagando sulla circonvenzione della bustocca, il pubblico ministero Ciro Caramore individuò un’altra vittima. Anche lei psichicamente fragile, benestante e con l’anziana madre in gravi condizioni, allettata in casa. L’infermiere le prestava assistenza a domicilio. Non ci è voluto molto prima che l’indagato circuisse la donna facendole credere di essere innamorato di lei e ottenendone la gestione del patrimonio. Per gli avvocati Corrado Viazzo, Rita Mallone e Marco Bianchi le donne donarono il loro denaro spontaneamente e con il cuore: nessun raggiro ma solo la consapevole libertà di usare i soldi come volessero.
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