«Ridategli il whisky e la zanna di mammut»
Banchiere svizzero assolto dall’accusa di ricettazione e contrabbando: quella era la sua collezione

Assolto dalle accuse di ricettazione, contrabbando, impossessamento di beni culturali appartenenti allo Stato, sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sull’alcol. Ma condannato a sei mesi di reclusione “solo” per dichiarazione infedele.
Si è conclusa con questa sentenza, emessa dal gup del tribunale di Varese al termine di un giudizio abbreviato, la vicenda che nel 2015 portò al sequestro di una collezione di ventimila preziose bottiglie di alcolici (in particolare whisky e rum), minerali, lingotti e monete d’oro, ma anche due zanne di elefante e una di mammut. Collezione del valore di circa sette milioni di euro e di proprietà di un 76enne dirigente di una banca svizzera in pensione, il quale ha invece sempre sostenuto come la collezione fosse frutto di anni di lavoro e di acquisti regolari. Un “tesoro”, secondo la Guardia di Finanza, incompatibile con il suo reddito, tanto che nei suoi confronti fu emessa la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro, impugnato dal suo difensore, l’avvocato Corrado Viazzo, arrivando a ottenerne l’annullamento. E adesso, con questa sentenza, l’uomo può rientrare in possesso di tutto.
Il pm aveva chiesto la condanna anche per i beni archeologici detenuti, tra cui cinque vasi preziosi. Alla fine è arrivata la condanna a sei mesi e 10 giorni, per un reato fiscale emerso durante le indagini, cioè non aver inserito nella dichiarazione dei redditi la vendita di due immobili, per 900.000 euro; errore che l’uomo imputa al suo commercialista, con il quale ha aperto un contenzioso.
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