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«Vuoi una buona recensione? Se paghi...»
Pareri sui ristoranti, crescendo di opinioni pilotate. Le testimonianze nel Varesotto e la battaglia di Fipe Confcommercio

Ormai funziona così: prima di prenotare una cena o un pranzo fuori, prendiamo lo smartphone e cerchiamo le recensioni sul locale. Nulla di male, se non fosse che proprio quei giudizi espressi da sedicenti avventori, ora stanno alterando il mercato della ristorazione. In che modo? Con pareri falsi o costruiti ad arte. E così, secondo i dati elaborati dal centro studi di Fipe Confcommercio, le recensioni negative possono incidere fino al 30% sul fatturato di un ristorante. «Chi lavora onestamente va difeso» sottolinea Giordano Ferrarese, presidente provinciale e membro del consiglio nazionale di Fipe.
RECENSIONI PAGATE
Tra l’altro, proprio lo stesso Ferrarese racconta di aver ricevuto una proposta quanto mai singolare via mail. «Ho ricevuto una mail diretta alla casella di posta del ristorante - spiega - con una proposta vergognosa: 50 recensioni positive a 200 euro, 100 a 400 euro. Erano dichiarate verificabili, ma il come resta un mistero. Per me è stato un segnale di allarme e ho denunciato il fatto». È chiaro, dunque, che quello che si profila è un mercato delle recensioni che, inevitabilmente, penalizza chi lavora onestamente.
LA GIUNGLA DELLE PIATTAFORME
Le esperienze, tra i ristoratori varesini, testimoniano come i leoni da tastiera siano disseminati un po’ ovunque sulle piattaforme. «È chiaro che quando si apre una attività le recensioni, soprattutto all’inizio contano - spiega Massimo Musazzi (Ti Garba a Busto Arsizio) - ma vanno anche valutate con attenzione. A noi ad esempio è stato dato un voto basso perchè in caso di pioggia ci si può bagnare andando dall’auto all’ingresso». È chiaro che viene da sorridere, ma «è indicativo del fatto che oggi è in corso un abuso dello strumento». Della stessa opinione anche Adriano Pelandella, (Smeraldo a Dumenza) che ricorda ancora una pessima recensione per degli spaghetti ai frutti di mare per il suo ristorante che è noto per la selvaggina e il mare non l’ha nel menù. «Una tutela per noi sarebbe utile - sottolinea - Penso ad esempio a un QR code che consenta di verificare chi scrive la recensione. Vero è, però, che la qualità del lavoro batte tutto e il passaparola dei clienti ha ancora valore». Un pensiero ribadito anche da Antonello Cioffi (Piedigrotta a Varese): «Chi lavora bene raccoglie risultati» sottolinea.
LA BATTAGLIA DI FIPE CONFCOMMERCIO
Quella intrapresa da Fipe Confcommercio è una vera e propria battaglia. «Siamo di fronte a un passaggio cruciale per la credibilità del mercato digitale e per la tutela di migliaia di imprese, soprattutto quelle più piccole - afferma Ferrarese -. Servono regole chiare».
L’articolo completo sulla Prealpina in edicola giovedì 19 giugno e disponibile anche in edizione digitale.
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