L’INTERROGATORIO
Rizzi si difende. E resta in cella
«Ha fornito la sua versione», dice il difensore del consigliere regionale varesino. Che dal carcere chiede notizie su moglie e padre

«Nessuna ammissione rispetto alle gravi accuse che gli sono mosse dalla Procura di Monza». Al contrario, «ha fornito chiarimenti». Di più, «la sua versione dei fatti». A sentire il suo difensore, l’avvocato Monica Alberti, nelle oltre due ore di interrogatorio di garanzia dinanzi al gip monzese Rosaria Pastore, Fabio Rizzi, il 49enne varesino, consigliere regionale leghista, in carcere a Monza con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta, nell’ambito dell’ultima maxi-inchiesta sullo scandalo tangenti applicate alla sanità targata Regione Lombardia, «ha fatto lunghe dichiarazioni spontanee» e «ha chiarito tutto ciò che riguarda l’impianto accusatorio».
Impianto accusatorio in base al quale i pm monzesi Manuela Massenz e Donata Costa, convinti come sono di aver individuato un vero e proprio cartello del malaffare nell’ambito degli appalti nel settore dei centri odontostomatologici lombardi, hanno ottenuto l’arresto del fedelissimo del presidente Roberto Maroni, presidente della commissione Sanità, e provvedimenti restrittivi per altre venti persone, tra le quali anche il 50enne di Caronno Pertusella Donato Castiglioni, artigiano di professione, di fede leghista, nonché storico consulente di Rizzi (difeso dall’avvocato Alberto Zanzi), e il 41enne imprenditore di Casciago Sandro Pignataro (difeso dall’avvocato Elisabetta Bianchi), entrambi sottoposti a carcerazione preventiva perché gravati dall’accusa di concorso in corruzione. Il “papà” della riforma sanitaria tanto cara a Maroni - ha aggiunto il legale, che difende Rizzi assieme al collega di studio Andrea Mascetti -, «si è difeso e ha chiarito punto per punto tutta una serie di circostanze». Nessun dettaglio sui suoi rapporti con l’imprenditrice brianzola Maria Paolo Canegrati, la titolare della società Odontoquality, considerata la “regina delle dentiere made in Lombardia”, personaggio chiave dell’inchiesta monzese (avrebbe pagato tangenti a Rizzi e al suo braccio destro, Mario Longo, e avrebbe coperto i costi della campagna elettorale per le regionali del politico leghista) né sulle somme di denaro che i carabinieri di Milano hanno trovato nella sua abitazione a Faloppio, nella comasca, nel corso della perquisizione scattata il giorno stesso del suo arresto. «Non entro nel merito», si è limitata a dire l’avvocato Alberti preannunciando di aver chiesto un interrogatorio davanti ai pm di Monza titolari del fascicolo.
«Non mi ha chiesto nulla, tranne che della propria compagna (Lorena Lidia Pagani, finita ai domiciliari nell’ambito della stessa indagine, ndr) e di suo padre». Quanto alle sue condizioni di salute, «tutto sommato è sereno ed è molto lucido», ha commentato l’avvocato varesino che, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha chiesto la modifica della misure cautelari per il medico varesino, sollecitando la concessione degli arresti domiciliari. Per poi aggiungere: «L’ho visto un po’ stanco per la condizione in cui si trova. Per come conosco Rizzi è una persona estremamente razionale e sta affrontando la vicenda con questo atteggiamento». Con il suo assistito non ha parlato delle vicende politiche, ma sicuramente l’ex sindaco di Besozzo, una vita nella Lega Nord, «è consapevole che politicamente è finito». Si terrà invece questa mattina ai Miogni, venerdì 19, l’interrogatorio di garanzia di Donato Castiglioni e Sandro Pignataro, entrambi detenuti a Varese. L’interrogatorio per rogatoria sarà effettuato davanti il gip varesino Stefano Sala.
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