IL PROCESSO
Ruba una fortuna al fratello disabile
L’uomo si è impossessato di 350mila euro ed è andato a vivere in Perù

Un fratello che ruba una fortuna al fratello. Approfittando della sua disabilità. È incredibile la vicenda di cui si è occupato il giudice Niccolò Bernardi, che l’altro giorno ha condannato il fratello maggiore, trentacinquenne, a due anni e nove mesi di reclusione (il pm Lucilla Gagliardi aveva chiesto quattro anni e due mesi) per appropriazione indebita, estorsione e violenza privata. Vittima appunto il fratello minore di 25 anni, disabile dalla nascita (i due sono figli di due padri diversi e la madre, nata in Perù, è morta durante la pandemia).
TRA VARESE E IL PERÙ
Entrambi gli uomini hanno la doppia nazionalità, italiana e peruviana, e la storia si è svolta negli ultimi anni tra la provincia di Varese e la città di Piura, nel Paese sudamericano. Dove sarebbero spariti più di 350mila euro, sottratti al fratello minore dal maggiore dopo che erano stati messi su un conto intestato a entrambi per non meglio precisati investimenti. Una somma che è parte notevole di un maxi-risarcimento ottenuto nel 2008 dai genitori del ragazzo più giovane dopo una causa contro l’ospedale di Varese, dove il figlio era nato appunto con una disabilità fisica del cento per cento. Fino ai suoi 18 anni gli unici al corrente della fortuna in banca erano mamma e papà, ma arrivato alla maggiore età il disabile fu informato del denaro messo a sua disposizione dall’autorità giudiziaria. Per circa un anno il giovane ebbe quindi un amministratore di sostegno, essendo psicologicamente instabile e troppo portato a elargire il suo denaro a chiunque, ma poi entrò in scena il fratellastro, che sarebbe riuscito a convincerlo a tornare a vivere in Perù e avrebbe convinto il giudice di Varese ad autorizzare il trasferimento del denaro all’estero, facendosi nominare nuovo amministratore di sostegno.
PARTE CIVILE
Al processo il fratello disabile si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Bartolomeo Catalano, che ha ottenuto una maxi-provvisionale sul risarcimento del danno (una sorta di anticipo) pari a circa 300mila euro. Mentre il fratello maggiore è stato difeso da un avvocato d’ufficio, che non l’ha praticamente mai sentito. «Ora vive da ricco - dice il padre del fratellastro disabile, che ha 76 anni - mentre noi sopravviviamo con le nostre pensioni: non voglio pensare a cosa succederà quando io non ci sarò più se non sarà fatta giustizia».
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