L’INIZIATIVA
Mille luci per non dimenticare
Sacro Monte illuminato dagli abitanti: il rosso indica chi ha sofferto per il Covid

Diventano una notizia le luci di Natale al Sacro Monte e anche un segno di speranza. Diventano il desiderio di guardare avanti ricordando chi ha sofferto per la pandemia e chi è stato portato via dal Covid.
La scelta è stata degli abitanti del borgo «senza bandiere, etichette e appartenenze», come racconta Giuseppe Marangon che a Sacro Monte non abita ma è, come tanti altri cittadini, uno che si è rimboccato le maniche per tirare fili, allestire, sagomare immagini natalizie da mettere come arredo su muri e nelle strade, non prima di essere ricoperti di fili di led.
C’è da pagare l’assicurazione, da comperare il materiale per completare la scenografia, da sistemare ciò che è rotto dallo scorso anno e da allacciare il tutto alla corrente: alle case degli abitanti, alla parrocchia, un sostegno era venuto anni fa dal Comune che aveva “girato” qualche lucine utilizzate ai Giardini Estensi.
La parte grande dello sforzo è stato ed è compiuto dagli abitanti e appassionati del borgo. Che hanno scelto di utilizzare anche le lucine rosse, «alternate a quelle bianche, qua e là, e che magari potranno non piacere ma a queste luci rosse vorremo attribuire un significato e dedicarle - dicono i promotori dell’iniziativa - a tutte le persone che hanno sofferto e che a causa del coronavirus non sono più tra noi».
Un doppio significato: un ricordo per le vittime della pandemia ma anche un invito alla speranza affinché questo periodo festivo possa essere vissuto senza dimenticare che l’incubo prima o poi finirà.
I volontari si riuniscono al pomeriggio, dopo il lavoro chi lavora, dopo la vita quotidiana chi è in pensione, si applicano al progetto di portare luce nel borgo «perché quest’anno il significato delle luci di Natale deve essere diverso, è diverso».
Si partecipa a rinnovare un rito della tradizione che ha il sapore di altri tempi e che quest’anno è segnato dalla mascherina e da tutto il drammatico significato che porta con sé.
Dicono, i ragazzi che ragazzi non sono più, che hanno fortemente voluto l’iniziativa, che mai come quest’anno era importante illuminare le stradine del borgo e farlo prima del solito.
E così si sono messi a correre tra ferramenta e negozi per recuperare il materiale, si sono recati dai tanti commercianti, imprenditori, associazioni e singoli cittadini che hanno supportato e sostenuto l’iniziativa. Hanno anche un elenco di nomi per i ringraziamenti, chiedono che venga pubblicato, poi capiscono che il messaggio che stanno mandando è altro e che non serve citare per nome chi s’è fatto avanti per riscaldare i cuore di chi salirà al Sacro Monte in queste settimane.
«Speriamo siano molti, ci auguriamo che arrivi tanta gente e ci auguriamo che salgano fin quassù con senso di responsabilità, mantenendo le distanze e indossando le mascherine soprattutto nelle vie del borgo abitate, nel rispetto di tutti e dei tanti anziani che qui ancora abitano».
Un grazie comunque lo vogliono dire («e non è pubblicità») all’associazione Amici del Sacro Monte, a don Sergio e a don Agostino sempre attenti consiglieri e al Comune «che ci ha spronati a continuare».
Dedicando tempo, fatica e passione a un progetto tanto semplice quanto importante per attirare nuovamente persone tra le viuzze del Sacro Monte. E invitarle a fermarsi, a pregare se si vuole o a riflettere, guardando il mondo dall’alto.
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