L’INDAGINE
In fuga da 10 mesi. Viveva in garage
Latitante rumeno catturato dai carabinieri in un condominio del quartiere Matteotti

S’era costruito un riparo di fortuna tra i box e le cantine condominiali ma alla fine la sua latitanza, durata dieci mesi, è finita nella serata di ieri, martedì 17 luglio.
Se ad aiutare l’uomo, un quarantaduenne rumeno che deve scontare nove degli undici anni di condanna che ha rimediato, sia stata volontariamente la padrona di casa non è ancora accertato. Di fatto c’è che l’uomo si trovava nelle pertinenza dell’abitazione e che i carabinieri dell’Aliquota radiomobile della Compagnia di Saronno hanno messo fine alla sua fuga da una comunità terapeutica in cui era stato autorizzato a scontare la pena alternativa.
I carabinieri avevano infatti accertato che il latitante si trovasse ospite nei condomini del quartiere Matteotti di Saronno e per questo motivo, ieri, nel tardo pomeriggio, hanno deciso di fare irruzione in un appartamento.
Qui hanno notato inequivocabili segnali di ospitalità data a un uomo, nonostante la casa fosse abitata soltanto da una donna.
Questa ovviamente non ha riferito nulla di utile in merito alle richieste avanzate dai militari, che nel frattempo e a sua insaputa avevano circondato il palazzo.
A quel punto il cerchio s’è stretto intorno al latitante e giunti nella zona dei box condominiali, i carabinieri hanno notato che un cancelletto in ferro era stato chiuso dall’interno. Concentrate le forze su quel giaciglio, la porta è stata forzata ed è stata fatta irruzione all’interno del locale. Il qurantaduenne si trovava proprio in quel box e, dopo aver tentato una timida resistenza, è stato arrestato e condotto in caserma per gli accertamenti sull’identità. Ovviamente il rumeno era senza documenti. Assodate però le sue generalità attraverso le impronte, l’uomo è risultato essere proprio il destinatario del provvedimento di cattura per condanna a undici anni, di cui due già scontati. Terminerà così di scontare la pena, per cui era stato condannato nel 2016, nel carcere di Busto Arsizio, dove è stato accompagnato subito dopo l’identificazione. È invece al vaglio degli inquirenti la posizione della donna, sospettata di favoreggiamento personale nei confronti del ricercato.
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