Il dramma del figurante investito «Non sento più le mie gambe»
corteo di sant’antonio

«Sto meglio, ma le gambe non vanno. Non le sento e non so se le sentirò ancora»: è ormai consapevole di quanto lo attende il 21enne Lorenzo Cicala, rimasto gravemente ferito durante il corteo storico di Sant’Antonio a Saronno, dove è stato travolto da un carretto trascinato da un cavallo che aveva perso il controllo.
Lorenzo e la sua famiglia, conosciutissimi nel loro paese, Olevano in provincia di Pavia, avevano già altre volte preso parte come figuranti alla sfilata di Sant’Antonio e c’erano anche lo scorso 13 gennaio: l’incidente era avvenuto nel centralissimo corso Italia e le condizioni del giovane erano subito apparse molto gravi.
Lorenzo è ancora ricoverato in ospedale, pochi giorni dopo l’incidente era stato sottoposto a un delicato intervento alla schiena: l’operazione è andata bene ma ci sono problemi alle terminazioni nervose e per il momento le gambe proprio «non vanno».
C’è ancora la speranza che tutto possa risolversi per il meglio. È lui stesso ad ammettere come la situazione sia ancora da delinearsi con chiarezza, forse dietro l’angolo c’è una ulteriore operazione per fargli recuperare la sensibilità agli arti inferiori.
A Saronno la famiglia Cicala ormai da anni porta i cavalli per la sfilata, alla quale partecipano 800 persone in costume. Il mese scorso era come sempre presente. Lorenzo teneva un cavallo solitamente tranquillissimo per le briglie, dietro c’era un carretto pieno di suppellettili e utensili, voleva rappresentare l’immagine di un trasloco nell’Ottocento. A un certo punto, senza un preciso motivo, il cavallo si era spaventato e lui era stato schiacciato, sia dall’animale che dal carro, che si era poi fermato dietro l’angolo, senza che nessun altro si facesse del male.
Immediato l’intervento della Croce Rossa e dell’automedica; ad accorrere erano stati i carabinieri e gli alpini che facevano da volontari lungo il percorso; fra i primissimi a prestare soccorso anche l’assessore comunale allo Sport, Gianpietro Guaglianone. Poi il trasferimento al Niguarda di Milano e l’operazione qualche giorno dopo.
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