URBANISTICA
Saronno, duemila case vuote
Grande quantità di alloggi sfitti. L’assessore Merlotti: «La revisione del Pgt deve partire da questo dato»

Sono circa duemila le case sfitte a Saronno: una enormità e di questo il Comune vuole tenere conto ora che si intende predisporre il nuovo Pgt, il Piano di governo del territorio che definirà le linee di sviluppo della città nei prossimi anni.
L’amministrazione del sindaco Augusto Airoldi non ha mai nascosto di volere evitare “sprechi” di territorio, anche perché Saronno è già quasi completamente urbanizzata. Si vogliono tutelare le aree ancora non costruite, come la poca campagna ancora presente e in generale le aree verdi (anche estendendo le zone incluse nel Parco del Lura e quindi sotto specifica tutela), e di converso favorire il recupero di aree dismesse ed edifici in disuso.
I nuovi stabili residenziali? Potrebbero essere dunque piuttosto “inutili“, considerando quante case inutilizzate esistono già.
L’ente locale intende comunque compiere un approfondito screening, per avere un dato aggiornato della situazione: nulla fa pensare che lo scenario si sia in qualche modo modificato, anzi è possibile che rispetto alle ultime stime disponibili le case sfitte siano ancora di più visti i prezzi relativamente elevati che si registrano in città e che spingono molti, soprattutto anziani e giovani coppie, a cercare alloggio fuori Saronno, nei paesi del circondario che sono decisamente più economici. In molti di essi, come Caronno Pertusella, Gerenzano o nella vicina Brianza, da Cogliate a Ceriano Laghetto, si sono del resto stabiliti negli ultimi molti saronnesi.
Patrimonio da recuperare
In base ai dati in possesso del Comune ufficialmente gli alloggi sfitti, fra villette e appartamenti, sono esattamente 1910. Anche se il numero reale, oggi, potrebbe tranquillamente superare quota duemila.
È lo scenario più probabile considerati gli spostamenti che si sono verificati “in uscita” da Saronno, verso i Comuni vicini, dove trovare casa è decisamente più economico, anche alla luce della considerazione che i nuovi edifici residenziali sorti negli ultimi anni hanno faticato a “riempirsi“, anzi in alcuni casi non tutti gli alloggi sono stati poi venduto o affittati.
Il censimento
Un quadro ufficiale della situazione era stato tracciato nel 2011, con il relativo censimento decennale: a breve Istat ripartirà con il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni e il recupero di tutte le attività sospese nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria. Si attendono dunque dati che saranno preziosi per il Comune, ora che intende rifare il Pgt. Come fa presente l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Alessandro Merlotti, «per attivare strumenti che assicurino un esteso processo di riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale, pubblico e privato, e una maggior articolazione dell’offerta abitativa sulla base dei nuovi bisogni, sarà necessario partire da qui, dalla ricognizione del patrimonio edilizio non utilizzato».
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