PROCESSO D’APPELLO
«L’ospedale paghi per Cazzaniga»
Le parti civili tornano all’attacco sul risarcimento negato dal Tribunale di Busto

Un’altra udienza fiume in Corte d’Assise d’Appello a Milano, ieri, giovedì 4 marzo, nel processo a carico di Leonardo Cazzaniga.
Con la sentenza del 27 gennaio del 2020, la Corte d’Assise di Busto Arsizio, oltre a condannare all’ergastolo l’ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno, respinse tutte le richieste di riconoscere la responsabilità civile dell’azienda ospedaliera, l’Asst Valle Olona, difesa dall’avvocato Giuseppe Candiani, e dell’ex primario del pronto soccorso Nicola Scoppetta, per i danni cagionati ai familiari delle vittime di 11 omicidi ospedalieri (quelli di Angelo Lauria, Giuseppe Vergani, Luigia Lattuada, Antonino Isgrò, Virginia Moneta, Antonietta Balzarotti, Pierfrancesco Ferrazzi, Giacomo Borghi, Mario Volontè, Federico Mascazzini e Pietro Oliva), diretta conseguenza dell’applicazione del “protocollo Cazzaniga”, nonché per le morti del marito e del suocero di Laura Taroni, Massimo e Luciano Guerra, e di Domenico Brasca. Un danno quantificato in 16 milioni di euro.
Ieri, i legali delle parti civili costituite sono tornati alla carica, sostenendo che i giudici di primo grado hanno commesso un errore macroscopico nell’escludere l’azienda ospedaliera dal pagamento della richiesta di risarcimento danni da 16 milioni di euro. «Come si fa escludere la responsabilità dell’ente ospedaliero quando un proprio dipendente ha ucciso deliberatamente, con un sovradosaggio di farmaci, pazienti dei quali avrebbe dovuto tutelare il diritto alla salute?», ha domandato l’avvocato Fabio Gualdi. A sentire il patrono civile degli eredi di Angelo Lauria, la Corte d’Assise di Busto Arsizio ha respinto le istanze di risarcimento mal interpretando una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione civile del 2019: «Il principio enunciato nella sentenza delle Sezioni Unite parla chiaro: lo Stato o l’ente pubblico risponde del danno cagionato a terzi dal fatto penalmente illecito del dipendente anche quando questi abbia approfittato delle sue attribuzioni e agito per finalità esclusivamente personali, egoistiche o estranee a quelle dell’amministrazione di appartenenza». La condotta non prevedibile di Cazzaniga.
Un’interpretazione contestata in punta di diritto dall’avvocato Candiani, difensore del responsabile civile Asst Valle Olona, ricordando come l’azienda ospedaliera in tutta questa vicenda sia parte offesa per la somma richiesta così come per le ripercussioni avute dalla struttura, la cui immagine è uscita distrutta, tanto è vero che «la Procura della Corte dei Conti ha già esplicitato l’intenzione di entrare in azione per danno di immagine non appena il processo emetterà sentenza definitiva. Credo che la Corte d’Assise di Busto Arsizio abbia fatto bene a respingere le richieste risarcitorie. La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, da più parti citata, dice esplicitamente che non può esserci responsabilità dell’ente pubblico in presenza di circostanze di fatto non prevedibili. Com’era possibile prevedere che si potessero consumare omicidi volontari in un pronto soccorso?».
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