IL PROCESSO
«Al capezzale di Rita c’era lui»
Dottor Morte, la cognata di Laura Taroni racconta i decessi in famiglia

La scena le è ben scolpita nella memoria. Il giorno della morte di Maria Rita Clerici, la madre di Laura Taroni, Leonardo Cazzaniga era al capezzale della sessantunenne. Gabriella Guerra - sorella di Massimo, marito della Taroni che secondo l’accusa sarebbe stato ucciso dalla coppia diabolica - ha raccontato ieri, venerdì 6 luglio, in aula ciò che accadde il 4 gennaio del 2014 a Lomazzo.
Laura, ormai vedova, a metà pomeriggio la chiamò per chiederle di occuparsi dei bambini perché le condizioni della madre erano precipitate, a quanto pare inaspettatamente. Maria Rita Clerici era distesa sul letto di uno dei bambini.
«Arrivai in corridoio, a due passi dalla porta della cameretta. Vidi Maria Rita distesa sul primo letto vicino all’ingresso. Non era cosciente, aveva gli occhi chiusi. Ai piedi del letto, sull’angolo sinistro, c’era Laura. Cazzaniga era un passo davanti a lei, sul lato sinistro. Teneva in mano una flebo. Io mi sentii rincuorata, pensai “bene, la stanno curando” e tornai indietro, in sala con i bambini».
Gabriella, durante la sua lunga deposizione - assistita dall’avvocato con cui si è costituita parte civile Luisa Scarrone - ha rievocato anche un’altra immagine di quel giorno.
«Ricordo Laura e Cazzaniga seduti al tavolo della cucina».
Laura le chiese: «Vuoi sapere qual è la prognosi? È riservata».
Sicché la cognata incalzò: «Ma non è il caso di portarla in ospedale?».
Laura le rispose «credimi, la curiamo meglio qui che in ospedale tra tanti altri».
Passò poco più di un’ora e Maria Rita Clerici spirò.
«Cazzaniga firmò la diagnosi di encefalite e mi spiegò che è un’infezione che prende il cervello».
Gabriella Guerra, come il resto della famiglia di Massimo, non aveva mai dubitato di Laura.
«Era disponibile, competente, facevamo riferimento a lei che per ogni cosa chiedeva ai suoi amici medici. Si spendeva tanto per tutti. Mio padre Luciano e mio zio Nazareno erano orgogliosi di lei, ci fidavamo».
Secondo il pm Maria Cristina Ria, invece, lei e Cazzaniga avrebbero eliminato sia il marito sia la madre dell’ex infermiera. Il suocero Luciano invece - sempre secondo l’accusa - lo uccise il solo Cazzaniga.
Gabriella non aveva mai percepito tensioni fra il fratello e la cognata. Certo si accorse che, dopo la morte di Massimo, la presenza di Cazzaniga era diventata molto assidua, fatto di cui i figli di Laura tra l’altro soffrivano, soprattutto il più grande.
«Ma ho capito tutto quando trovai un’agendina con tanti fogli piegati in quattro. Li lessi e compresi così che Laura aveva una relazione con un medico del Valduce quando doveva sposarsi. Diceva di andare a fare le prove dell’abito da sposa e invece andava nello studio dell’amante. Poi trovai anche una foto di Cazzaniga disteso sul letto. Per me furono coltellate».
La conferma della storia tra la cognata e l’ex vice primario dell’ospedale la ebbe comunque mentre il padre Luciano era agli sgoccioli, ricoverato.
«La sera eravamo in reparto io, Laura e Cazzaniga. Io andai a sedermi sulle scale, Laura si sedette accanto a me. Cazzaniga si avvicinò, mise le mani sulle ginocchia di Laura e mi disse: “Lo sai che amo questa donna?”. Mi sembrava tutto assurdo».
Lunedì 9 luglio, Gabriella Guerra verrà contro interrogata dagli avvocati dell’imputato Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora.
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