LA SENTENZA
Sequestrò i soci: 12 anni
Condannato un imprenditore saronnese per una vicenda del 2006. Due assoluzioni

Una condanna a dodici anni per sequestro di persona a scopo di estorsione: la sentenza per Francesco Crippa, è arrivata poco dopo le 13 di ieri, pronunciata dal presidente della corte d’assise Renata Peragallo, che ha assolto i suoi due coimputati.
La vicenda risale a maggio 2006: Crippa - un procacciatore d’affari che girava in Ferrari e che secondo gli inquirenti era esperto di giochi amministrativi e specializzato nella costituzione di società fittizie - all’epoca propose a tre coppie della zona di entrare in affari con lui per l’apertura di un ristorante.
Per il progetto vennero investiti 177mila euro, ma i soldi sembrava non bastassero mai. Crippa aveva iniziato a chiedere iniezioni di denaro continue, ipotizzando anche la richiesta di un prestito, per il quale servivano delle garanzie, e tra loro sorsero le prime tensioni, sfociate alla fine nella decisione dei sei di abbandonare la società.
Crippa, difeso dall’avvocato Redentore Bronzino, allora rinchiuse le sue vittime in uno stanzino e, impedendo loro di uscire, le avrebbe picchiate; per questo episodio sono finiti a giudizio altri due imputati, difesi dagli avvocati Gennaro Colangelo e Milena Ruffini, che ieri sono stati assolti. Dopo qualche giorno le vittime trovarono il coraggio di denunciare i fatti ai carabinieri e partì l’indagine.
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