SESSO E GIOVANI
La prima volta? Arriva sempre prima
Fra le ragazze il 18% fa sesso sotto i 16 anni. Basso uso della pillola, aborti in calo. L’Oms lancia l’allarme: diminuisce l’uso del preservativo tra gli adolescenti

Il primo rapporto sessuale è un’esperienza che arriva sempre prima tra i giovani italiani, tanto che il 18% delle ragazze e il 21% dei ragazzi lo ha avuto prima dei 16 anni. Cresce l’uso della pillola del giorno dopo, mentre cala il ricorso agli aborti. Mentre il numero dei consultori resta insufficiente e sull’aborto farmacologico, ovvero quello con la pillola Ru486, l’adeguamento delle regioni è lento. A fornire il quadro è l’Istat, mentre l’Oms rileva tra gli adolescenti europei una «preoccupante diminuzione dell’uso dei preservativi»: solo sei su 10 dichiarano di averlo usato l’ultima volta che ha fatto sesso. Mentre l’Italia è agli ultimi posti per l’uso della pillola tra le quindicenni.
PRIMA VOLTA PRECOCE, SU LE VENDITE DELLA PILLOLA
Nel rapporto “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale” l’Istat passa in rassegna l’evoluzione dell’attività sessuale dopo l’introduzione della legge sull’aborto, evidenziando come tra i giovani la “prima volta” arrivi sempre prima. Questa trasformazione, associata alla tendenza ad avere un numero maggiore di partner e a posticipare la maternità, «lascia alla donna la gestione di numerosi anni (circa 12) durante i quali deve limitare il rischio di gravidanze indesiderate», precisa l’Istat. Nonostante ciò, «il ricorso all’aborto è in costante diminuzione» e «risulta essere l’extrema ratio», tanto che tra il 1980 e il 2022 è calato del 68 per cento, passando da 208 mila a poco più di 65 mila. Resta il problema dei medici obiettori di coscienza: le «criticità maggiori risultano più diffuse nelle regioni del Centro e del Sud del Paese, sebbene in solo tre strutture viene superato il numero di 10 aborti settimanali per ginecologo». Con l’utilizzo di metodi contraccettivi, comunque, «le donne riescono a raggiungere parzialmente l’obiettivo di ridurre le gravidanze indesiderate». In particolare, c’è stato un incremento delle vendite della pillola del giorno dopo (+79 per cento) dal 2015 al 2018, grazie all’eliminazione dell’obbligo di prescrizione anche per le minorenni. A preoccupare è il numero dei consultori, strutture pubbliche deputate a fornire informazioni sulla salute della donna ma, ricorda l’Istat, «troppo poche rispetto ai bisogni della popolazione»: la legge ne prevede uno ogni 20 mila abitanti, invece «se ne contano quasi uno ogni 30 mila». E solo cinque regioni rispettano lo standard raccomandato: Valle d’Aosta, Bolzano, Emilia-Romagna, Umbria e Basilicata.
OMS: «DIMINUISCE L’USO DEL PRESERVATIVO»
Arriva in contemporanea dall’Oms Europa l’allarme per la diminuzione dell’uso del condom tra gli adolescenti. Dal nuovo rapporto realizzato nell’ambito dello studio Health Behavior in School-aged Children, basato sulle interviste a oltre 242.000 quindicenni in 42 Paesi è emerso che, tra il 2014 e il 2022, la percentuale di adolescenti che dichiara di aver utilizzato il preservativo durante l’ultimo rapporto è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze. Di pari passo, è aumentato il rischio di infezioni trasmesse sessualmente, incluse quelle che possono provocare tumori come il virus Hpv, così come di gravidanze indesiderate.
La contraccezione ormonale resta ancora poco utilizzata tra le adolescenti in Europa, soprattutto in alcuni Paesi tra cui l’Italia. Il 68% delle 15enni europee dichiara di non aver usato la pillola durante l’ultimo rapporto, con tassi che variano dal 93% della Grecia al 37% del Regno Unito. Tra gli ultimi della classifica l’Italia, con l’85%, percentuale che la rende quintultima. Numeri, conclude il rapporto dell’Oms/Europa, che mostrano «l’urgente necessità di interventi mirati per affrontare queste tendenze preoccupanti e promuovere pratiche sessuali più sicure tra i giovani».
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