LA SENTENZA
Rubarono una barca. Sette anni di carcere
Confermata la condanna di due malviventi in trasferta dalla Puglia a Sesto Calende
Punizione esemplare per due ladri venuti dal Sud. In tutto ammontano a sette gli anni di reclusione inflitti per furto pluriaggravato in primo grado e, notizia di ieri, venerdì 19 aprile, anche in appello, a due pregiudicati originari della provincia di Bari, in azione nel giugno di sei anni fa in una stazione di servizio di Sesto Calende nel cui piazzale si trovava custodita, in conto vendita, un’imbarcazione a motore Marino Haker790.
Ai due imputati - un 39enne di Bitonto (condannato a quattro anni di reclusione e 450 euro di multa in quanto recidivo) e un 47enne di Terlizzi (condannato invece a tre anni e 300 euro di multa) - si è risaliti tramite un’indagine vecchia maniera.
Nel senso che, assemblando un tassello con l’altro, i carabinieri sono giunti a identificare due dei quattro componenti della banda di ladri “operativa” il primo giugno 2013.
Il punto di partenza? Le immagini dell’impianto di videosorveglianza presente nel piazzale della stazione Erg. Quelle immagini ripresero l’arrivo di due auto, una Multipla e una Golf, da cui scesero quattro persone.
I soggetti in questione tranciarono la catena che teneva la barca legata a un lampione e, quindi, la fissarono, utilizzando il carrello su cui era adagiata (carrello di proprietà del gestore della stazione di servizio) alla Multipla, per poi dileguarsi.
Le immagini permisero di identificare una parte della targa della Golf. I numeri completi della targa li avrebbe invece forniti il titolare di un campeggio sulla statale, che rimase interdetto dal fare sospetto di quei due pugliesi che bussarono alla sua porta per chiedere informazioni sullo stallo delle barche.
A completare il puzzle investigativo, il controllo casuale sulla Golf (intestata a un soggetto estraneo), effettuato dalle forze dell’ordine a Legnano, lo stesso giorno della sparizione dell’imbarcazione.
A bordo dell’utilitaria con la targa “segnata” nel campeggio c’erano i futuri imputati e nel baule fu rinvenuto un trancia-catene. A quel punto, il cerchio investigativo si è chiuso.
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