ACCIUFFATI
Shopping senza pagare: arrestati i ladri di capi firmati
I tre usavano una borsa schermata per i colpi. fermati dai carabinieri a Sesto Calende dopo il furto a Castelletto

Se non fosse stato per il fiuto investigativo della pattuglia, i tre ladri di grandi firme sarebbero tornati alla base con una refurtiva di poco meno di 1.200 euro. Poco prima di essere fermati a un posto di blocco dei carabinieri il trio di sudamericani - una cinquantenne colombiana, un trentanovenne peruviano e un trans quarantacinquenne pure lui peruviano - avevano fatto un giro di shopping a babbo morto all’Hollywood di Castelletto Ticino. Si erano concentrati sui capi di abbigliamento di Pinko, sottraendo alcune t-shirt e una pochette. L’avevano fatto senza particolari stratagemmi, tanto che gli articoli avevano ancora le placche antitaccheggio e nel negozio nessuno si era accorto di nulla. Semplicemente usavano una borsa foderata di carta stagnola che fa da schermo ai metal detector. Veri professionisti del furto insomma.
FERMATI PRIMA DEL CASELLO
Dopo aver visitato la boutique di lusso avevano fatto tappa al Bennet per arraffare un’altra borsetta e procurarsi qualche sacchetto di plastica per riporci le magliette griffate. Stavano tornando verso Milano, l’autostrada l’avrebbero imboccata a Sesto ma il viaggio si è interrotto prima del casello. I tre sono stati arrestati d’intesa con il pubblico ministero Roberto Bonfanti e giovedì mattina, 28 agosto, sono stati portati in tribunale a Busto Arsizio per il processo direttissimo.
LA GIUSTIFICAZIONE DEL TRANS
Il trans si è giustificato dicendo di aver solo dato un passaggio ai due amici. «Dovevo comprare una macchina, cercavo un autosalone, loro sono venuti con me. Ci siamo fermati perché avevano bisogno del bagno, io non sono nemmeno scesa dall’auto, non avevo idea di cosa volessero fare».
«PERICOLOSITÀ E PRECEDENTI»
I presunti complici non hanno smentito la sua versione, ma il giudice Marco Montanari non ha creduto a nessuno di loro. Nell’ordinanza letta in aula dopo la convalida degli arresti ha parlato di «pericolosità»: il furto è infatti aggravato dal numero di persone che l’hanno commesso, poi dall’utilizzo del mezzo fraudolento (la sacca schermata) e dall’esposizione alla pubblica fede della merce sottratta. Oltretutto il trans aveva già avuto una condanna e stava scontando la pena in regime di affidamento in prova. Con ogni probabilità il beneficio sarà revocato. Il connazionale è a sua volta sotto processo a Milano e la colombiana - arrivata in Italia da soli quattro mesi - è già stata denunciata quattro volte anche a Padova e a Genova (per lei il giudice ha già dato il nullaosta all’espulsione).
IN CASERMA TUTTI I GIORNI
Al trio è stato applicato l’obbligo di presentazione in caserma tutti i giorni, dopodiché il giudice ha dichiarato l’incompetenza territoriale e trasmesso il fascicolo alla procura di Novara (sotto cui ricade Castelletto Ticino).
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