UDIENZA PRELIMINARE
«Si è aggravato con la sottrazione del figlio»
L’avvocato Fabrizio Busignani sullo «stato psicopatologico» di Manfrinati. La diagnosi del professor Carabellese
È stata aggiornata all’8 aprile l’udienza preliminare a carico di Marco Manfrinati, ex avvocato quarantunenne accusato del tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido e dell’omicidio dell’ex suocero Fabio Limido, avvenuti in via Menotti a Varese il 6 maggio 2024. Il rinvio perché il giudice dovrà pronunciarsi sulla consulenza tecnica di parte depositata dal difensore di Manfrinati, l’avvocato Fabrizio Busignani. Il legale, a fine udienza, oggi, lunedì 31 marzo, ha parlato del suo assistito. «Ho depositato una consulenza tecnica di parte che attesta qual’era lo stato psicopatologico di Marco Manfrinati all’epoca dei fatti, consulenza redatta dal professor Felice Carabellese, dell’università di Bari, che è presidente della Società di Psichiatria forense, che sulla base della documentazione clinica già presente agli atti attesta uno stato psicopatologico di Manfrinati, ingravescente a far data dal 2 luglio 2022 quando venne sottratto il minore (il figlio di Mafrinati Ndr)». «Questa condizione psicopatologica è peraltro certificata non solo dagli psichiatri e dai terapeutica che hanno avuto in cura Marco Manfrinati, ma anche da numerosi accessi al Pronto soccorso, ed è confermata persino dal diario clinico del carcere, da cui risulta che tuttora è in terapia psichiatrica con supporto psicoterapeutico e assume una terapia farmacologica» aggiunge Busignani precisando che «per questa ragione quindi ho depositato tutta la documentazione relativa». Il giudice si pronuncerà come detto l’8 aprile. «Il giudice deve svolgere questo accertamento di natura fondamentale rispetto alla celebrazione dell’udienza preliminare. Come sta Manfrinati? Male è un uomo provato da più di due anni di sottrazione di un minore. Sottrazione che, come risulterà poi dagli atti, era stata pianificata: noi abbiamo i dispositivi telefonici in sequestro, dai quali emerge la pianificazione e la volontà di annichilire la paternità di Marco Manfrinati, persino scrivendo che qualche medico avrebbe potuto retrodatare o falsificare certificati medici per giustificare la febbre in realtà inesistente del figlio di Manfrinati, una scusa per non darlo al padre».
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