IL RAGGIRO
Si spaccia per donna in chat e truffa disabile
«Ti amo». Lui ci casca e versa 20mila euro: condanna

Ingannò un giovane disabile facendogli credere, in chat, di essere una donna e di essersi innamorata di lui. E facendosi regalare la bellezza di ventimila euro.
La più classica delle truffe romantiche è andata in scena nel 2020 tra la Città Giardino e il Molise. Una vicenda approdata nelle aule del Tribunale grazie alla denuncia del padre della vittima, un ragazzo varesino. E che si è conclusa, davanti al giudice Alessandra Sagone, con la condanna dell’imputato, un trentunenne di Isernia, a undici mesi di reclusione (il pm Nicola Ronzoni aveva chiesto una pena di sette mesi).
«CIAO, SONO SARA DI GALLARATE»
Il disabile, all’epoca ventisettenne, era convinto di chattare con Sara, una bella ragazza di Gallarate conosciuta su un sito di incontri che gli spediva anche delle foto senza veli. E che, dicendo di amarlo e di avere difficoltà economiche perché lo stipendio da commessa non le bastava, si fece inviare migliaia di euro, oltre a scatti osé. Minacciando poi di pubblicarli e di spedirli ai suoi parenti se lui avesse smesso di pagare. Ma solo quando ha fatto denuncia in Questura, il ragazzo ha scoperto che Sara in realtà era Mario, un suo coetaneo molisano. E che era stato truffato dalla sedicente donna che gli aveva svuotato il conto corrente sul quale erano depositati i soldi dell’eredità lasciatagli dalla madre, morta nel 2019.
Grazie alle conversazioni on line, ai messaggi di WhatsApp e ai pagamenti, i poliziotti risalirono all’imputato e a un complice minorenne (la cui posizione è stata stralciata) che metteva a disposizione lo smartphone per le chat. Agli inquirenti il giovane disse di aver sborsato circa ventimila euro, ma nel capo d’imputazione ne viene contestata la metà, quasi 9.400, la somma che è stato possibile ricostruire con le ricevute di pagamento recuperate. Già, perché il truffatore gli diceva di buttare gli scontrini dei versamenti fatti in tabaccheria, ma suo padre è riuscito a “salvarne” alcuni dalla spazzatura. Mentre le ricariche delle carte prepagate hanno lasciato tracce inequivocabili che portano, appunto, a questo Mario che si spacciava per Sara.
LE FOTO OSE’ IN CHAT
«Nel 2020 mi sono iscritto a più app di incontri per cercare compagnia - raccontò la vittima - Ho conosciuto questa ragazza, ci siamo scambiati dei messaggi, poi lei, non so come, ha avuto il mio numero e mi ha contattato su WhatsApp». E a quel punto sul telefono del varesino sono arrivate foto di una donna nuda. «Ti piaccio? mi scriveva. E io ingenuamente le credevo», ha continuato il giovane. Che credeva anche alle sue dichiarazioni d’amore, tanto da salvare il numero di lei come “Amore mio” seguito da tre cuoricini. Per convincerlo a pagare, lei diceva di essere al verde e di avere un sacco di spese, una volta per la lavatrice, un’altra per un guasto all’auto. «Io le ripetevo Non ce la faccio più, non ho più soldi. E lei rispondeva sempre Tranquillo, è l’ultima volta. Gli ho raccontato che mia madre era morta e lei se ne è approfittata».
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