ARIA MALATA
Smog, Varese si salva
Allarme inquinamento in Lombardia: nella Città Giardino la situazione migliore

La premessa è d’obbligo: lo smog in Lombardia è un problema praticamente tutto l’anno, visto e considerato che, come riportano le stime della sezione regionale di Legambiente, i lombardi sono costretti a respirare aria insalubre e fuorilegge un giorno su due.
Tuttavia, in questo quadro decisamente sconfortante, è giusto e doveroso segnalare che, se mettiamo insieme i dati (rilevati dalle centraline Arpa di Regione Lombardia) di superamento del valore giornaliero tollerato per le polveri sottili nell’inverno 2017-2018 con quelli per l’ozono nell’estate appena trascorsa, Varese risulta essere quella messa meno peggio tra tutti i capoluoghi di provincia lombardi.
In altre parole, in base alla campagna di misurazione e di sensibilizzazione, realizzata da Legambiente nell’ambito del progetto europeo Captor (che coinvolge altri sette partner tra istituzioni scientifiche e associazioni ambientaliste di Spagna e Austria), Varese ha avuto complessivamente 122 giornate insalubri. Ben altra cosa rispetto a Brescia, Monza e Cremona che con 182, 178 e 175 giornate di smog alle stelle (Milano ha raggiunto invece quota 160 giorni) sono in testa, naturalmente loro malgrado, in questa speciale classifica dell’inquinamento elaborata dagli ambientalisti.
Lo studio Legambiente dice che Varese ha registrato 45 giornate invernali di Pm10 oltre i limiti (il secondo miglior risultato in Lombardia dopo Lecco che non è andata oltre le 43 giornate), e ben 77 giorni di superamento della soglia di 120 microgrammi di ozono per metro cubo nell’arco del semestre estivo 2018 (purtroppo in questo caso Varese ha avuto la quinta peggior performance a livello regionale).
Ciò detto, il problema è che gli inquinanti cambiano, ma i polmoni che li respirano sono sempre gli stessi. «Si tende a considerare l’inquinamento estivo da ozono un problema minore rispetto a quello dello smog invernale - ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente lombarda di Legambiente -. Ma è sbagliato sia per gli impatti sulla salute, che sono amplificati dal maggior tempo passato all’aria aperta rispetto alle stagioni fredde, sia perché i due inquinamenti condividono la stessa origine: i micidiali ossidi di azoto, le cui principali fonti emissive sono i motori dei veicoli, soprattutto quelli diesel».
Di fronte a questi dati, sostiene Legambiente, è chiaro che per la Lombardia, e in generale le regioni del bacino della Pianura Padana, le misure di limitazione delle emissioni inquinanti, a partire da quelle dovute ai diesel, devono diventare una assoluta priorità, e non più per i soli mesi invernali.
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