SPECIE VIETATE
Somma, spunta la tartaruga proibita
Trovato in un giardino un esemplare abbandonato: la specie è sulla lista nera. E a Vergiate si aggira un Marà della Patagonia

Sembrava soltanto una storia in più da raccontare, di quelle a lieto fine che in questo cupo periodo servono a strappare un sorriso: una bella tartaruga d’acqua dolce trovata errabonda nel giardino di una famiglia amante degli animali che guadagna nuovi padroni, cibo e una vasca tutta per sé. Accade a Somma Lombardo. Notizia semplice da dare, si potrebbe pensare. E invece no, perché il simpatico rettile si è rivelato essere una Trachemysscripta, animale inserito dall’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) nella lista delle 100 specie esotiche più invasive a maggiore impatto su habitat e specie autoctone. Venduta come animale da compagnia già dal secondo dopoguerra in tutto il mondo, quando si parlava ancora poco di biodiversità, la bestiola è originaria delle zone paludose del Sud degli Stati Uniti.
Se negli anni i proprietari della testuggine palustre americana – questo il suo nome comune – non l’avessero rilasciata in natura il problema non ci sarebbe. Invece, ritrovarsi una creatura, che da piccola è poco più grande di un pacchetto di cerini, ma da adulta arriva a misurare anche 25 centimetri con necessità di tanto spazio e cibo ha fatto scemare l’entusiasmo di molti che hanno optato per il rilascio in natura.
La conseguenza è stata che nel corso degli anni la Trachemys, di cui esistono tre sottospecie, si è adattata benissimo e ha colonizzato laghi, fiumi, stagni, tanto che nella sola Lombardia se ne stimano centinaia di migliaia a zonzo. E una appunto a Somma.
Queste tartarughe sono presenti in tutte le regioni d’Italia, da giovani si nutrono di larve, insetti, piccoli pesci mentre da adulte prediligono piante acquatiche e materiale vegetale, depongono circa venti uova all’anno e campano anche 30 anni. La crescente diffusione di Trachemys nell’ambiente e la constatata competizione con le testuggini nostrane ha fatto scattare molte misure di contenimento: ora la sua vendita è proibita così come il suo possesso in tutta l’Unione Europea e, va da sé, che liberarla nel laghetto dietro casa è reato.
Ma la “nostra” non è l’unico animale alloctono, cioè non appartenente all’ambiente in cui si trova, che si è rivelato o, con incauti rilasci, si potrà rivelare invasivo: dallo scoiattolo di Pallas (Callosciuruserythraeus), originario del Sud-est asiatico e avvistato sulle colline lungo il Lago Maggiore tra Laveno, Luino e la Valcuvia, al procione (Procyonlotor), arrivato dal Nord America come pet in Europa negli Anni Trenta e presente in diversi stati europei, Italia compresa, l’attenzione del mondo scientifico e delle istituzioni competenti sulla loro diffusione è massima.
Anche perché i nuovi arrivi sono sempre dietro l’angolo, come il Dolichotispatagonum,il Marà della Patagonia avvistato pochi giorni fa tra Vergiate e Corgeno. Non si conosce la provenienza del grosso roditore, magari scappato dalla casa di un privato: di origine sudamericana corre e salta con agilità e forse qualcuno se lo ritroverà in giardino.
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