LUNA PARK
Sono io che vi inseguo dentro «Suspiria»

Elia Gaetano ha 42 anni, è di Biella, nel 2014 ha perso il lavoro che aveva in fabbrica e ne ha trovato un altro: con una maschera bianca, un mantello e una motosega (finta) insegue i ragazzi che entrano in «Suspiria», una delle attrazioni clou del Luna Park di Varese, alla Schiranna fino a maggio. Elia ci vive, in «Suspiria». La sua casa è proprio dietro la giostra: una piccola cucina, un letto e il bagno viaggiano in un container con la scritta «Freddy Krueger». Come il personaggio della saga cinematografica horror «Nightmare» che, dopo una vita da assassino seriale, da morto si manifesta nei sogni degli uomini dei quali vuole vendicarsi.
«Quando mi sono ritrovato disoccupato, dopo vent’anni da operaio, ho cominciato a fare i personaggi di Topolino e di un clown in un piccolo circo: io parlavo tanto, andavo bene». Poi per caso ha incontrato i gestori di «Suspiria», che cercavano un aiutante per montare e smontare la giostra. Una giostra che era in origine una sala giochi, ma è stata ristrutturata e reinventata ex novo nel 2007, quando, con la diffusione di smartphone e tablet, l’interesse per quel mondo virtuale, che una volta si poteva trovare solo lì, è calato vertiginosamente.
Così dieci anni fa è nata «Suspiria», attrazione ispirata al film del 1977 di Dario Argento di cui il regista Luca Guadagnino ha girato a settembre un remake ambientato proprio nelle stanze del Grand Hotel abbandonato e spettrale del Campo dei Fiori di Varese.
«Suspiria» al Luna Park non è l’inquietante scuola di danza del film, ma un percorso al buio da compiere a piedi, meglio se in gruppo, tra stretti corridoi neri, mani che penzolano, teschi, ragni, suspense, con la porta che viene ben chiusa alle tue spalle quando entri e quindi non puoi fare altro che andare avanti, verso l’ignoto, cercando di mantenere bassa l’adrenalina.
Elia ha una faccia buona, anche un po’ indifesa. Ascolta musica metal, guarda solo i film horror, da «Nightmare» a «Non aprite quella porta», passando ovviamente per tutte le pellicole cult di Dario Argento. «Ho cominciato come operaio di Suspiria, - prosegue Elia .- , e poi mi sono ritrovato a fare paura alla gente. Per me è bellissimo fare paura, mi piace nascondermi nel buio e sorprendere le persone che non se lo aspettano. Sto quasi sempre zitto e non devo toccare nessuno - queste sono le due regole professionali del mio lavoro - ma a volte urlo e rido da cattivo».
Da tre anni Elia lavora quasi tutti i giorni: ha una entrata modesta, il suo piccolo alloggio, il vitto assicurato e qualche pacchetto di sigarette ogni tanto. Non ha un telefono né una connessione Internet. Ed è felice così: «Torno a casa solo due settimane all’anno, non ho legami a parte la famiglia di origine. Io viaggio sempre con il Luna Park, questo è il mio mondo».
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