LA SENTENZA
Stalking, condanna esemplare
Mamma di 82 anni e figlio di 53 perseguitavano i vicini di casa

Il pubblico ministero, il vpo Lucilla Gagliardi, ha chiesto la condanna dei due imputati, madre e figlio di 82 e 53 anni, rispettivamente a un anno e quattro mesi e a due anni di carcere, per il reato di atti persecutori nei confronti dei vicini di casa, reato che tanta gente chiama “stalking”. E poco dopo il giudice monocratico Cristina Marzagalli ha deciso di essere più severa, condannando il figlio a due anni e sei mesi di reclusione, e la madre a un anno e dieci mesi (pene non sospese), e stabilendo per entrambi la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni a pena espiata, misura che non è tanto frequente veder applicata in processi come questo. Inoltre, a favore della coppia a cui i due avevano reso la vita impossibile e che li aveva denunciati, parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Vittorio Crosta, è stata disposta una provvisionale, una sorta di anticipo del risarcimento dei danni da stabilire in sede civile, pari a 20.000 euro.
Il capo d’imputazione parla di una vera e propria persecuzione iniziata nel giugno del 2010 e finita nel settembre del 2013. Oggetto del contendere un terreno il cui “pacifico possesso” da parte della coppia aggredita, insultata e minacciata in un’infinità di casi, non fu accettato a lungo dalla madre e dal figlio poi finiti sotto processo e infine severamente condannati. Pronti entrambi in ogni momento a reclamare l’esclusiva proprietà e possesso del terreno, nonostante una causa civile avesse stabilito che la ragione non stava dalla loro parte.
L’elenco è lungo e davvero agghiacciante, tra insulti e minacce (si inizia con «adesso vado a prendere due taniche di benzina e stanotte prima vi brucio le macchine e poi vi faccio saltare in aria»), gesti volgari e schiamazzi notturni e all’alba. A un certo punto il figlio fu anche arrestato. E a un certo punto la coppia decise di vendere la casa e trasferirsi altrove.
© Riproduzione Riservata