LA TRAGEDIA DI STRESA
Borromeo: «Il Mottarone rinascerà»
Il principe: «Avanti con gli investimenti. Bellezza e unicità non sono state intaccate»

«Il Mottarone rinascerà, come lo stambecchino che abbiamo curato a Villa Pallavicino e ora si è riunito al branco, in montagna». Ne è convinto il principe Vitaliano Borromeo, che gestisce i tesori artistici, naturali e architettonici del suo casato, oggi riuniti nel brand “Terre Borromeo”.
Tra essi, oltre alle isole Bella e Madre, alla Rocca di Angera, ai Castelli di Cannero e Villa Pallavicino, anche della strada che sale al Mottarone. Proprio sulla vetta stresiana, da alcuni anni il principe sta portando avanti importanti progetti di sviluppo turistico, dalle piste da sci, a un nuovissimo parco avventura.
È stato tra i primi, il giorno della tragedia della funivia, a inviare un comunicato di vicinanza ai familiari delle vittime e, come tutti gli operatori turistici, chiaramente teme il contraccolpo negativo, ma, nonostante tutto, guarda avanti.
«A nessuno fa piacere finire su tutti i giornali e i telegiornali italiani e all’estero per una tragedia del genere - commenta -. Però poi rifletto sul fatto che io sono “solo” Vitaliano XI. La mia famiglia ha una storia lunga sul lago e credo che l’avrà anche per le prossime generazioni. Non posso fare altro, quindi, che ribadire il mio coinvolgimento in questo territorio e proseguire con il programma di investimenti che ci siamo prefissi, magari solo rimodulando i tempi e la tipologia». E prosegue: «la bellezza e le potenzialità del Mottarone non sono intaccate. Quindi faccio come i ciclisti quando affrontano una salita in montagna: abbasso la testa e pedalo».
I prossimi progetti di investimento riguardano proprio il Mottarone. «Stiamo lavorando per estendere il parco avventura fino al Bar Stazione, con un percorso per i bambini tra i 2 e i 6 anni. Vorremmo aprirlo a fine giugno, se otterremo le autorizzazioni - racconta -. Il 15 giugno, invece, apriremo la parte realizzata l’anno scorso. Certo, la volontà di investire c’è, ma anche gli enti pubblici ci devono sostenere con le autorizzazioni necessarie». Inoltre, il principe, che si fa chiamare “dottore”, molto più familiarmente, si sta impegnando per risolvere il problema annoso del traffico sulla vetta e della carenza di parcheggi: «Si tratta di un discorso che sto portando avanti con i Comuni competenti».
Il tema dei trasporti, ora che la funivia, almeno per un po’ sarà fuori gioco, è centrale. Borromeo “boccia” il progetto del bus navetta proposto ieri, giovedì 3 giugno, dal sindaco di Stresa Marcella Severino per rispondere alle richieste di altri operatori turistici del Mottarone, spiegando che «non ha una valenza economica e non ha senso, tenendo conto che la maggior parte dei turisti che arrivano a Stresa viaggiano con la propria auto. Non vedo il senso di infilarsi in un bus alpino con orari prefissati».
Prematuro parlare del futuro della funivia: «Al momento non si possono fare previsioni, troppo difficile dare una risposta. Ci vorrà un periodo molto lungo». E aggiunge: «Lei ha presente un’altra montagna dove si arriva fino alla vetta in auto? Non ce ne sono». E lancia un messaggio: raggiungere il Mottarone è sicuro.
«Con la previsione dell’arrivo del Giro d’Italia, che poi in seguito alla tragedia ha cambiato percorso, le strade, sia la privata che quella comunale che sale dal Cusio, sono state sistemate alla perfezione - racconta -. Ho investito centomila euro per sistemare l’asfalto. Non sono mai state così nuove e sicure».
Intanto la stagione turistica è ufficialmente partita: «Dal 2 giugno abbiamo riaperto i nostri palazzi e giardini tutti i giorni, i negozi sull’isola Bella, e i bookshop. Abbiamo recentemente implementato e migliorato il giardino medievale alla Rocca di Angera, che invito a visitare. E poi, se volete, consiglio di fare un salto anche ad Arona, dove il recupero delle mura della Rocca, nel quale siamo coinvolti anche noi, è quasi terminato. Un lavoro magnifico, in collaborazione tra pubblico e privato».
Il principe è fiero anche di Villa Pallavicino, recentemente salvata dalla chiusura e presa sotto la sua gestione, oggetto di un importante rilancio e quotidianamente presa d’assalto dai visitatori. In particolare, il suo pensiero è per il centro di recupero di animali selvatici al suo interno. «Abbiamo liberato qualche giorno fa a Macugnaga una stambecchina che curavamo da febbraio per una zampa rotta. La polizia provinciale le ha dipinto le corna di rosso per poterla seguire e controllare. Sembra che sia riuscita a integrarsi perfettamente nel suo branco, cosa non scontata dato che è stata tanto con gli umani. Ecco, lei può essere il simbolo della rinascita del Mottarone».
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