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Sulla ferrata dei «picasass»

Arrampicarsi lungo strapiombanti pareti rocciose aiutati da funi e scale, per godere di scorci mozzafiato sul Lago Maggiore e sul Golfo Borromeo. Tutto questo è possibile - per chi osa - percorrendo la via ferrata «Dei Picasass».
Realizzato nel 2016 dalla sezione di Baveno del Club Alpino Italiano (in occasione del settantesimo anniversario di fondazione) l’itinerario attrezzato - difficoltà PD ossia poco difficile - si sviluppa lungo la bastionata che conduce al Monte Camoscio: era il vecchio sentiero utilizzato dagli scalpellini (i picasass appunto) per raggiungere la cava del famoso granito rosa di Baveno, che è stato recuperato e trasformato in una via ferrata, verticale ed esposta.
Il percorso su roccia è stato attrezzato con strutture artificiali in modo da renderne più semplice la salita, in sicurezza, anche da chi non è un provetto alpinista. L’accesso alla ferrata «Dei Picasass» è situato in località Tranquilla, facilmente raggiungibile dall’uscita Baveno-Stresa dell’autostrada A26, girare alla seconda svolta a destra, alla rotonda prendere la prima uscita e seguire la strada per circa 1 chilometro per poi parcheggiare nei paraggi del campeggio e seguire quindi a piedi la segnaletica M3, Monte Camoscio e Ferrata.
La via attrezzata ha uno sviluppo di circa 600 metri e un dislivello di 320 metri. Tra placche verticali e cenge strapiombanti, si risale passo dopo passo la spalla del Monte Camoscio. A circa due terzi del tragitto è stato posto dal Cai un quaderno su cui è possibile apporre la propria firma, registrando così il passaggio mentre all’arrivo incontriamo un adrenalinico ponte tibetano. Per percorrere la via ferrata ci vogliono circa due ore ed è richiesta adeguata preparazione ed idonea attrezzatura, ovvero casco, imbragatura, longe con dissipatore d’energia, guanti da ferrata e scarpe da montagna.
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