IN TRIBUNALE
Genitori esorcisti a processo
Chiesta la condanna a un anno e 8 mesi per mamma e papà. La figlia parte civile. La difesa: «Assoluzione, il fatto non sussiste»

Il sospetto che i genitori, imputati per maltrattamenti alla figlia, non fossero del tutto equilibrati era sorto già durante la prima udienza dello scorso maggio, quando il gup Luisa Bovitutti dispose una perizia psichiatrica affidata a Mario Girola. Esorcismi, maratone di preghiere non stop, riti propiziatori. Non che la fede sia un reato, ma le ossessioni demoniache qualche disagio lo possono pure creare.
Ieri, martedì 8 marzo, il pubblico ministero Stefania Brusa ne ha preso atto durante la discussione della conclusione a cui è arrivato lo psichiatra dopo mesi di colloqui: mamma e papà soffrono di un parziale vizio di mente dunque la pena chiesta - tenuto conto dello sconto del rito abbreviato e del disturbo riscontrato - è di un anno e otto mesi.
L’avvocato Michela Ghiso ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. «Stavamo passando un periodo molto difficile», aveva confidato il padre alla Prealpina un paio di mesi fa, «vorremmo essere capiti soprattutto da nostra figlia».
Ma il contesto descritto dagli inquirenti, il clima in cui la ragazza viveva, suona davvero surreale (a processo si è costituita parte civile). I fatti contestati dal pubblico ministero Flavia Salvatore - che coordinò le indagini dei carabinieri - sarebbero accaduti tra giugno del 2019 e la primavera del 2021, questo almeno l’arco temporale delle segnalazioni arrivate in procura. La ragazza - diventata maggiorenne l’anno scorso - soffre di disturbi comportamentali che i genitori avevano interpretato come una possessione del diavolo.
Perché quando veniva contraddetta sbraitava e lanciava oggetti, perché quando aveva sbalzi umorali spaccava sedie e suppellettili, perché aveva sempre atteggiamenti di chiusura impenetrabile.
Va da sé che la matrice degli imputati è ultra cattolica: praticanti, osservanti, rigorosissimi nell’esercizio della fede, devoti al limite della superstizione. Eppure nonostante i rosari e le candele votive che accendevano sperando che il diavolo uscisse dal corpo dell’adolescente, da tempo la famiglia si trovava in difficoltà. Una concatenazione di imprevisti e ostacoli che stavano mettendo a dura prova i nervi degli imputati che addirittura si sentivano vittime di una macumba fatta con le bambole voodoo.
La mamma decise allora di avvicinarsi ancor di più alle pratiche evangeliche e si mise in contatto con la responsabile di un gruppo di preghiera. La ragazza venne così obbligata a rivolgersi a dio continuamente e se non lo faceva veniva picchiata o punita con la segregazione in uno stanzino, tanto che il pm Salvatore aveva ipotizzato pure il sequestro di persona.
Mamma e papà - stando a quanto emerso - la legavano al letto e la aspergevano di acqua santa, salmodiando formule suggestive. Brandendo il crocefisso, le stavano intorno ordinando a satana di abbandonare il suo corpo, ogni tanto il crocefisso glielo legavano pure sulla testa, sperando che potesse espellerle il diavolo. Anche la guida spirituale è a processo: ha scelto però il dibattimento che inizierà in primavera.
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