IL CASO
Svizzera senza farmaci
Cattivo uso di quelli disponibili. produzione in Cina e India

Nel Paese dei farmaci stanno finendo le medicine: la Svizzera si sta preparando a un inverno caratterizzato da una massiccia carenza di medicinali. Almeno questo è l’annuncio della presidente di PharmaSuisse, Martine Ruggli-Ducrot, la quale ha avvertito che mancheranno tra i 700 e i mille farmaci e la situazione è in costante peggioramento. Le catene di approvvigionamento sono diventate più instabili e nei prossimi mesi la popolazione elvetica si troverà ad affrontare anche il problema della penuria di antibiotici.
In Cina e India
All’inizio dello scorso ottobre, un comitato di cittadini ha consegnato alla Cancelleria federale ben 131.542 firme per l’iniziativa denominata “Sì alla sicurezza dell’approvvigionamento medico”. Secondo i promotori, tra cui, appunto, PharmaSuisse, la causa principale della carenza dei medicamenti è la continua pressione sui prezzi dei farmaci e la delocalizzazione della produzione al di fuori della Svizzera e dell’Europa (l’industria ha largamente spostato la produzione in Cina e in India). Secondo il sito drugstore.ch sono circa 562 i prodotti che non possono essere forniti in Svizzera, ma, con il freddo, la richiesta di antibiotici è destinata ad aumentare e quindi, soprattutto quelli dissolvibili in acqua per i bambini, potrebbero scarseggiare. Oltre agli antibiotici, risultano carenti anche i medicinali per il diabete e a ottobre non è stato nemmeno disponibile l’antidoto in caso di avvelenamento da amanita falloide. La carenza di farmaci sta preoccupando gli operatori sanitari, ma il consiglio federale ha già deciso di correre ai ripari ampliando le scorte e facilitando le importazioni. Inoltre la Confederazione potrà produrre in proprio dei medicamenti attraverso la farmacia dell’esercito. In tutta la Svizzera, poi, si stanno moltiplicando le iniziative di sensibilizzazione circa un utilizzo più consapevole dei farmaci, in particolare degli antibiotici.
Il sondaggio
In questi giorni il Dipartimento della sanità e della socialità del Canton Ticino ha presentato i risultati di un sondaggio realizzato durante l’estate scorsa, nell’ambito della Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici, che ha coinvolto 1.428 persone. È risultato che il 73% della popolazione ticinese dichiara di seguire la durata della terapia antibiotica prescritta dal medico e il 66% smaltisce correttamente gli antibiotici inutilizzati, evitando accumuli domestici. Il 10% della popolazione interpellata, invece, interrompe il trattamento senza consultare il medico e il 13% conserva gli antibiotici per uso futuro. La sensibilizzazione a un uso corretto porta diversi benefici. Da una parte si attua la prevenzione all’aumento delle resistenze, evitando che l’assunzione di antibiotico rimanga inefficace, quindi si ottiene un risparmio economico, con minori ospedalizzazioni, minore necessità di farmaci più costosi e la prevenzione delle complicazioni. Infine viene anche garantita la riduzione dei problemi di approvvigionamento.
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