CHIESA
Te Deum a Busto: «Il bene comune torni priorità»
Monsignor Pagani: «Si promuova una qualità più alta della politica»

«Promuovere una qualità più alta della politica. Riaffermare il primato del bene comune. Difendere il bene della democrazia».
Monsignor Severino Pagani indica la strada ai cristiani («Che non possono disinteressarsi del mondo») nell’omelia della messa del Te Deum, celebrata ieri pomeriggio, martedì 31 dicembre, nella Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio. Una messa di ringraziamento che è anche un’occasione di riflessione, per i singoli credenti e per la chiesa nel suo complesso, all’inizio del 2025, l’anno del Giubileo della Speranza.
PREGHIERA E PENTIMENTO
Nella sua omelia, il prevosto ha invitato a riscoprire la dimensione della fede attraverso le esperienze della preghiera, del pentimento («Poco in voga nel mondo contemporaneo»), della penitenza e del perdono. Monsignor Pagani non ha nascosto le difficoltà attuali della chiesa: «Diminuiscono i fedeli, la gente è anziana, facciamo fatica a educare alla fede. Resiste la partecipazione al culto, ma è debole lo slancio nell’annuncio del Vangelo». Vangelo che comunque, assicura il prevosto, «rifiorirà in altri modi e contesti». Un ruolo fondamentale lo riveste l’educazione dei ragazzi: «Dobbiamo insegnare loro il rispetto, il senso di sacrificio, a guardare le cose senza sciuparle».
«QUALITA’ PIU’ ALTA DELLA POLITICA»
Nelle prime file c’erano i rappresentanti dell’amministrazione comunale: il vicesindaco Luca Folegani in fascia tricolore, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora, l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli, i consiglieri comunali Paolo Geminiani e Claudia Cozzi. E proprio all’amministrazione si è rivolto monsignor Pagani, ringraziando il Comune per il tradizionale momento della benedizione natalizia in sala consiglio: «Non accade in tutte le città» sottolinea il prelato. L’ultimo, ma non certo meno importante, messaggio è un invito ai cristiani a «promuovere una qualità più alta della politica», a «riaffermare il primato del bene comune», a «difendere il bene della democrazia».
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