SINTI
Tensione in via Lazzaretto
Forze dell’ordine dell’accampamento, fallito un incontro di mediazione: sgombero tra poche ore

È scattata l’ora dello sgombero. In via Lazzaretto sono arrivate polizia locale, carabinieri, polizia di Stato, Croce rossa e servizi sociali del comune, in attesa del sindaco Andrea Cassani, alle 9 di martedì 27 novembre segnalato in piazza a rilasciare interviste. È arrivato tra i primi anche l’avvocato Pietro Romano, legale della comunità sinti e nei giorni scorsi protagonista di uno scambio vivace di battute (con tanto di annuncio di querela) con il primo cittadino. Il tutto davanti alle telecamere di “Mattina 5” che riprende in diretta, mentre in via Pacinotti è stata già allestita la tendopoli che dovrebbe ospitare provvisoriamente i nomadi gallaratesi in attesa di una sistemazione definitiva.
Pochi minuti dopo le 9 si è svolto un incontro tra il Comune rappresentato dal segretario generale Riccardo Nobile (che ha ribadito il pieno rispetto delle normative), le forze dell’ordine e l’avvocato Romano. Pochi minuti dopo, però, è arrivata l’ennesima fumata nera. Alle proposte del Comune, che sulla scorta della direttiva contenuta nel Decreto sicurezza recentemente varato dal governo erogherebbe mille euro a testa “una tantum” per ogni minore e ogni over 65 presente in via Lazzaretto, ipotizzando lo sgombero e il trasferimento per trenta giorni nelle tende di via Pacinotti, i sinti hanno risposto con un secco no.
A questo punto Palazzo Borghi ha annunciato un nuovo ultimatum fissato per le 15: in assenza di controproposte e di eventuali passi avanti nella trattativa, si procederà allo sgombero. Per quell'ora il Comune attende un elenco delle persone (anziani e minori) che andranno nella tendopoli di via Pacinotti per un periodo massimo di trenta giorni, in attesa di una nuova sistemazione. Ma la comunità sinti è orientata verso il no alla proposta, anche perché questo significherebbe separare i bambini dai genitori. Tra i residenti di via Lazzaretto si è fatta strada l'ipotesi di un corteo generalizzato verso il municipio per incontrare il sindaco, ma l'avvocato Romano ha bloccato al momento ogni iniziativa.
«La concessione del contributo una tantum e dell'ospitalità in tendopoli o in albergo da parte del Comune - ha detto l'avvocato Romano - è comunque subordinata a un periodo massimo di trenta giorni di permanenza. Resta poi un problema: la comunità sinti ha fatto richiesta di aree su cui eventualmente spostare case mobili e roulotte, ma il Comune ribadisce che a Gallarate non ne esistono. Questi cittadini, lo ricordo regolarmente residenti a Gallarate, sarebbero costretti a lasciare la città».
Prosegue la “partita a scacchi” tra i sinti e le autorità. E nel frattempo sta salendo la tensione all’interno del campo.
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