IL FENOMENO
Tessile, nuovo rinascimento
La moda, le produzioni evolute e il ritorno dei marchi dimostrano che l’antica vocazione non è perduta

A Piero Provasoli scintillano gli occhi quando parla del tessile a Gallarate. Lui che è figlio di Teresina Borgomaneri, il cui padre Gino era titolare della storica manifattura, rappresenta il trait d’union con il mondo attuale di una dinastia di imprenditori del cotone.
Al suo fianco c’è Dario Terreni che tutti in città conoscono per il suo impegno politico, ma che stavolta parla in quanto è stato assunto nel 1976 nel ramo commerciale della manifattura e ha speso una vita dentro un mondo – quello del tessile – fatto di alti e bassi, di grandi soddisfazione e di cocenti delusioni, per arrivare fino all’attuale momento di trasformazione.
La nottata è passata
Sono entrambi seduti al tavolo nella villa della famiglia Borgomaneri, sullo sfondo gli edifici austeri degli storici opifici. Riflettono sul futuro di un settore che proprio in questi giorni s’interroga su quello che qualcuno già chiama nuovo rinascimento.
L’arrivo in città dello stilista Tom Ford, gli altri marchi che qui hanno trovato il luogo ideale, il fermento che caratterizza le produzioni di moda, i tessuti tecnici sempre più avanzati dimostrano che l’antica vocazione non è perduta.
Come si usa dire, la nottata è passata ed ora si intravede un nuovo orizzonte. Di questo e di molto altro ancora Provasoli e Terreni parlano in un libro dal titolo semplice ma significativo: «Il tessile gallaratese, eredità sociale, architettura ed urbanistica».
Nelle 290 pagine in grande formato della Prodigi Edizioni si ripercorrono le tappe di un fenomeno raccontato da Alberto Paolo Guenzani e Giuseppe Fimmanò con i contributi di Grazia Cerini, Elena Conti, Omar Maschi, Daniele Piga, Roberto Vannucci (Centrocot), Giovanna Fossa (Politecnico di Milano), Matteo Scaltritti (Studi Patri) e Attilio Geroni (Sole 24 Ore). Martedì 26 novembre (ore 21) ci sarà la presentazione nella sala degli arazzi del Maga. Sarà un momento importante per capire storia, futuro e speranze della città.
Il cuore e lo scheletro
D’altronde sono gli stessi autori a sottolineare come «furono gli industriali tessili dell’800 e dei primi ‘900 a contribuire in modo determinante al welfare» creando attorno alle aziende una struttura sociale solida e operosa.
Il tessile è stato, insomma, il cuore e lo scheletro del territorio. Ne ha sorretto l’economia e guidato le trasformazioni. I suoi segni sono visibili ancora oggi.
Ci sono opifici rimasti come aree dismesse all’interno delle città, costituendone in gran parte una ferita. Ma ci sono anche aziende tessili sopravvissute che hanno saputo rispondere con produzioni sempre più evolute alla sfida del mercato.
Nel libro ci sono le testimonianze di Alfredo Grassi, Missoni, Gaspare Sironi e Cervotessile, Tmr Cederna Fodere, Giovanni Clerici, tessitura Carlo Bassetti, tessitura Enrico Sironi, Federico Aspesi, Zibetti fratelli e Zibetti-Orsini srl, Andreazza e Castelli, azienda Foderami Dragoni, tessitura Marco Pastorelli, Texcolor.
Casa e bottega
Commovente, allora, la testimonianza di Luca Missoni che, parlando di papà Ottavio, ricorda nel libro che aveva iniziato a Trieste a impiantare un piccolo laboratorio che produceva tute in maglia da allenamento.
Ma «a Trieste era più facile varare una nave che fare una maglia, così decisi di trasferirmi a Gallarate dove avrei continuato a occuparmi di maglieria in società con la mia sposa (Rosita Jelmini, conosciuta a Londra: lei giovane studentessa di Golasecca, lui campione azzurro degli ostacoli alle Olimpiadi del 1948)». È così che nacque uno dei marchi di moda più famosi al mondo, capace di esportare in ogni dove la creatività e la bellezza del Made in Italy. «Casa e botega», ricordava sempre Missoni, un appartamento di cento metri quadrati con seminterrato adibito a laboratorio. Tutto partì da Gallarate. Non fu un caso.
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