FERRAGOSTO
Ticino, spiagge a rischio, ecco il piano sicurezza
Controlli e divieti per evitare altre vittime dopo le ultime tragedie

Il ponte di Ferragosto è ormai alle porte: nonostante qualche previsione meteorologica negativa su lunedì, inevitabilmente tanti andranno a cercare refrigerio sulle spiagge dell’Alto Milanese, cioè sul Ticino e sulle alzaie dei canali Villoresi e Naviglio grande, i quali offrono numerosi spazi apparentemente adatti alla balneazione.
Purtroppo, però, queste spiagge improvvisate, usate soprattutto da chi non può permettersi una vacanza, nascondono parecchie insidie, come dimostrano le ultime tragedie dove alcuni bagnanti hanno perso la vita. Sotto al ponte di ferro di Turbigo, abituale ritrovo balneare non autorizzato, sabato scorso è annegato un 29enne. Lunedì un settantenne era stato ripescato senza vita dal Naviglio a Boffalora sopra Ticino, il 9 luglio un ragazzino di 13 anni era morto nel canale Villoresi.
I controlli ci sono, i divieti di balneazione anche: ma evidentemente non sono sufficienti ad evitare incidenti di fronte ad una mole di bagnanti spesso eccessiva e talvolta incivile e incontrollabile. «Nel caso della zona del ponte di ferro c’è un problema di sicurezza a tutto tondo – spiega il sindaco di Turbigo Fabrizio Allevi –. I controlli li facciamo, presidiamo il territorio anche facendo multe. C’è anche il problema dei fuochi abusivi o dei rifiuti abbandonati, senza dimenticare quello delle persone in stato di ebbrezza. Il fatto è che la gente è sempre tantissima e con i pochi agenti della polizia locale si fa il possibile. Certamente il loro mare è quello, ma è chiaro che non tutti hanno un’adeguata conoscenza dei posti per evitare i pericoli esistenti».
Lo schema è lo stesso lungo le sponde dei canali artificiali o del Ticino: grandi comitive, spesso composte da stranieri (specialmente sudamericani) si ritrovano per dei pomeriggi di festa con musica ad alto volume, picnic e grigliate, ma anche tante bottiglie di birra. Fin qui non c’è niente di male. Purtroppo quando ci si tuffa in acqua i rischi di malori o incidenti sono dietro l’angolo. A questo si aggiungono famiglie (anche italiane) piuttosto imprudenti, che si concedono bagni in punti pericolosi o, ancora, gruppi di ragazzini che sfidano la sorte tuffandosi dai ponti. Sommando tutte queste pessime abitudini non stupisce la frequenza con cui avvengono incidenti mortali. «La questione riguarda anche la sponda novarese - spiega Allevi - Con il Comune di Galliate stiamo cercando delle soluzioni per presidiare la zona e fare controlli a tappeto. Ci sono molto persone e tra i tanti anche degli incivili, ma non è certo una situazione lasciata a sé stessa, per quanto sia difficile da presidiare».
Una soluzione potrebbe essere anche quella di valorizzare i percorsi circostanti nel parco del Ticino, in modo che i visitatori possano godersi le aree verdi turbighesi senza necessariamente trasformare il fiume azzurro in una località balneare dove, oltretutto, le acque non sono neppure molto pulite.
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