IL PROCESSO
Todomondo: 437 "offesi"
Vacanze pacco, duecento parti civili e l'udienza ripartirà a marzo del 2013
Turisti beffati, imbrogliati, privati della vacanza esotica e del denaro che avevano risparmiato per potersela concedere: lunedì 1 ottobre una folta rappresentanza di essi si è presentata in tribunale davanti al giudice Valentina Sisia per avere, se non un risarcimento, almeno giustizia.
In tutto sono 437 le parti offese, circa duecento quelle che finora si sono costituite parti civili nei confronti di Todomondo, tour operator specializzato più che nei pacchetti vacanza, nelle vacanze pacco: gli avvocati di Federconsumatori ne rappresentavano 160, cinque l’avvocato Alessandro Fumagalli, due il collega Davide Toscani, uno la penalista Elena Luviè, da Modena un solo legale per venti viaggiatori rimasti a terra. Ma l’elenco è ben più lungo, tanto che l’udienza è stata riaggiornata al 18 marzo 2013 per verificare le nuove costituzioni e accertare che tutti abbiano ricevuto la notifica.
Per agevolare le vittime, si procederà per pubblico annuncio, quindi la data del processo verrà comunicata anche sui maggiori quotidiani. Per entrare nel vivo del processo bisognerà invece attendere il 27 maggio.
Alla sbarra Alessandro Scotti, amministratore della Avitour e consigliere e amministratore delegato della Todomondo, e Silvano Favarato, presidente del cda della Todomondo (difesi dagli avvocati Mirko Mazzali e Paolo Della Sala) e rispondono di truffa aggravata dall’ingente quantità e dall’aver ingannato una quota spropositata di gente. La loro specialità?
Emissione di biglietti non autorizzati dalle compagnie aeree, comunicazioni fraudolente sulle cause di ritardi e cancellazioni attribuite poi agli stessi ignari vettori, ticket con prenotazioni confermate dal tour operator ma non accettate dalle aziende di trasporto.
Quello di lunedì 1 ottobre è l’ennesimo capitolo della vicenda giudiziaria che ha travolto l’operatore turistico che aveva sede in largo Buffoni, nato male (ossia dalla cessione di un ramo di azienda di Avitour che, con ben sei milioni di euro di perdite, era una scatola vuota) e finito in un crack colossale.
Un tonfo terribile, che si presagiva già dai primi mugugni dei turisti che nel 2009 rimasero all’aeroporto con le valigie in mano, cresciuta con gli esposti che ogni giorno approdavano sul tavolo dell’allora pubblico ministero Roberto Pirro Balatto, scoppiata con le proteste plateali sotto gli uffici della società, e sancita dal sequestro della faraonica villa da sedici stanze, dal valore di ottocentomila euro, che Scotti avrebbe pagato con i soldi delle vittime della gestione avventurosa della Todomondo. Gli inquirenti congelarono pure i conti correnti dell’ex amministratore delegato, intestati alla moglie.
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