IL CASO
Tradate batte cassa a Roma
Manca quasi un milione di trasferimenti dallo Stato. Il ritardo pesa sui conti locali
Battere cassa per dare ossigeno... alle casse.
Il riassunto della situazione economica è questo essendoci, al momento, un rallentamento, si spera di breve durata, dei trasferimenti che lo Stato invia ai Comuni. Al municipio di Tradate al momento mancano all’appello esattamente 900.331 euro, soldi che da Roma non sono ancora arrivati. Ancora ieri il bonifico non era stato comunicato.
Ecco allora le valutazioni dell’assessore al Bilancio, Marinella Colombo: «Si tratta di un problema legato esclusivamente alla liquidità. Al momento stiamo fronteggiando la situazione con risorse nostre ma alla lunga, se tutto rimane così, andremo incontro a qualche ovvia difficoltà».
L’assessore preposta ai conti comunali tiene il profilo basso, evita ogni polemica che possa essere pretesto di strumentalizzazione, politica e non solo, ma nei corridoi del palazzo municipale qualcuno non fa mistero della sua convinzione e cioè che questo sia l’esito del cambio di governo e la conseguente manovra che obbliga a trovare le risorse anche per non scontrarsi con l’Europa (intesa come istituzione).
Ognuno, come si dice in questi casi, ha le due legittime opinioni ma il quadro finanziario, senza quei soldi, è quello datato a ieri: manca quasi un milione. L’ultimo stanziamento erogato dallo Stato al Comune di Tradate risale a due mesi fa. Poi stop. Il paragone con lo scorso anno è quindi in deficit: a settembre del 2018 da Roma erano arrivati 3.135.903 euro e spiccioli. Così suddivisi: 2.543.231 euro alla voce fondo di solidarietà e altri 592.672 euro che fanno parte di altri contributi statali.
Un anno dopo il quadro è dunque cambiato sia nelle voci sia nel saldo finale. A fine settembre di quest’anno, infatti, lo Stato ha destinato a Tradate 2.235.572 euro ai quali si arriva attraverso 1.690.601 euro come contributo di solidarietà e 544.970 euro di altri sostegni statali che sono finiti nelle casse comunali. Il disavanzo negativo, rispetto al 2018, è di oltre 900mila euro. Quali riflessi abbiano i 900mila euro in meno non è ancora quantificabile ma, come in ogni azienda, la minor liquidità disponibile ha comunque un risvolto su cui bisogna ragionare. Senza trascurare altri fattori di entrata che hanno una ricaduta positiva sulle casse pubbliche. E che, come nel caso degli oneri di urbanizzazione, sono drasticamente calati rispetto al passato.
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