IL DISSERVIZIO
Il bike sharing rimasto al palo
Il vicesindaco: «Manca il contratto di gestione per spostare le bici»
Il bike sharing rimasto al palo? Colpa del contratto che (ancora) non c’è.
L’ultimo consiglio comunale della legislatura è stato caratterizzato da alcuni argomenti di primissimo piano: il conto consuntivo, le variazioni di bilancio e le interrogazioni firmate, a nome del gruppo Partecipare Insieme 2.0, dall’ex sindaco Laura Cavalotti e dal consigliere Ermanno Ferrario (entrambi si presenteranno alle imminenti elezioni sotto il simbolo della lista civica Partecipare Sempre).
Interrogazioni che hanno toccato argomenti interessanti. Uno di questi è stato quello sul bike-sharing. Un tema, quello ambientale, che è di strettissima attualità. La mobilità “dolce” è una delle facce di una medaglia con cui confrontarsi. L’interrogazione di Cavalotti e Ferrario è servita per fare il punto su un servizio che sembrava dover entrare in servizio in poco tempo e che, al contrario, è rimasto al palo. E il “palo” ha qualche attinenza se è vero che in alcuno zone della città sono state collocate le colonnine a cui agganciare le bici ma le bici sono, al momento, rimaste in magazzino.
Sulla vicenda le opinioni sono diverse in quanto l’ex sindaco sostiene che «non c’è stata la volontà di portare a termine il progetto a conferma che il tema ambientale non è la priorità per questa maggioranza», mentre chi governa Tradate è convinto che non vi siano le condizioni per avviare il bike-sharing.
Perché?
«Perché per attivare il servizio - ha spiegato il vice sindaco Claudio Ceriani, che si ricandiderà con la lista della Lega a fianco di Giuseppe Bascialla - manca in primo luogo il contratto di gestione che si occupa del recupero delle biciclette, della loro manutenzione e del trasporto da una piazzola all’altra».
Le piazzole individuate sono sei fra le quali una nel cortile del municipio a fianco del comando della Polizia locale e una su piazzale Zanaboni di fronte alla portineria dell’ospedale.
Due luoghi simbolo e strategici.
«Per gestire il servizio - sono sempre le parole con cui Ceriani ha risposto all’interrogazione - la ditta che nel 2014 ha realizzato le piazzole occorrono oltre 30mila euro, un costo che riteniamo troppo elevato. Ci siamo però preoccupati di trovare soluzioni alternative tramite una cooperativa sociale oppure con il coinvolgimento di giovani che avrebbero creato una strat-app. Purtroppo però il sistema sembra essere chiuso».
Ci spiega il motivo?
«Per la sua gestione occorre rivolgersi esclusivamente a chi lo ha realizzato quindi viene da pensare - sono sempre parole di Ceriani - che nel 2014 poteva essere fatta una gara in modo diverso, prevedendo non solo la costruzione ma anche la successiva gestione del servizio».
Ceriani, comunque, ha tenuto a rimarcare che l’idea non è stata abbandonata ma l’amministrazione sta valutando ipotesi differenti per mettere a disposizione della comunità le biciclette per poter circolare in città dando una grossa mano all’ambiente.
«Ben sapendo però - conclude Ceriani - che per esperienza in altri Comuni il bike-sharing funziona bene solo nelle grandi città o con un bacino d’utenza consistente».
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