LA LEZIONE
Tradate, la figlia di Borsellino: «Vince la convivenza civile»
Incontro al cinema Grassi coi ragazzi dell’istituto “Don Milani”. Tante domande e riflessioni

Nel nome del padre. Un padre speciale. Lui era Paolo Borsellino, lei è la figlia Fiammetta. Lui assassinato dalla mafia, vittima di Cosa Nostra nella strage di via D’Amelio a Palermo, lei custode e divulgatrice dell’azione di un papà magistrato che ha perso la vita difendendo la legalità.
Fiammetta Borsellino è salita sul palco del cinema comunale “Paolo Grassi” di Tradate accolta da un’ovazione prima che in platea scendesse il silenzio. Un silenzio deferente, carico di significati. Quella platea era composta quasi esclusivamente da studenti dell’istituto superiore “don Milani” che con lei hanno interloquito, discusso.
Fiammetta Borsellino ha voluto diffondere un messaggio semplice, profondo e sincero in ricordo del papà ma anche e soprattutto per generare nei ragazzi, questi ragazzi, un moto di ribellione verso ogni forma di sopruso. La mafia che uccide, che fa stragi, che mina la convivenza civile. E convivenza civile vuol dire conoscenza che si apprende anche attraverso mattinate in cui gli studenti di oggi e cittadini di domani hanno un contatto diretto con persone la cui famiglia ha subito una violenza atroce.
Anche la scelta di circoscrivere questo incontro ai ragazzi che frequentano il “don Milani”, l’istituto che attraverso i suoi docenti ha organizzato l’evento, ha un suo perché. Forse la firma di Fiammetta nell’albo d’onore del Comune avrebbe impreziosito quel documento ma bisogna rispettare le scelte. E la scelta di questo colloquio fra Fiammetta Borsellino e gli studenti – ma anche con qualche persona che era presente – è stata vincente. Almeno una quindicina i ragazzi che hanno posto domande all’ospite che ha risposto con dovizia di particolari regalando emozioni e stimolandoli a non arrendersi mai.
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