LA SOLUZIONE
Tradate: nel Parco ci sarà campo
Vertice in Prefettura per l’installazione dei ripetitori. Telefonini finalmente “accesi”
Ci siamo. O almeno siamo sulla strada giusta per risolvere un problema vecchio di decenni. Ossia il problema dei “cellulari muti” in diverse zone del Parco Pineta. Si attende la convocazione del prefetto di Como, Andrea Polichetti, per le compagnie telefoniche interessate a mettere sul tavolo l’accordo con Terna, proprietaria dei tralicci dell’alta tensione che attraversano il Parco, e sistemare i ripetitori su di essi.
Un accordo dato per fatto anche perché sono stati individuati i siti sui quali collocarli. «La Prefettura di Como - spiega Mario Clerici, tradatese, presidente del Parco Pineta – è direttamente interessata perché questi ripetitori sono al confine fra il Comasco e il Varesotto, ma il territorio maggiormente interessato è quello lariano. Ovviamente nella vicenda non è coinvolta solo una parte del Parco».
Clerici, che ha seguito con professionalità e passione una questione tanto delicata, non si sbilancia ma non nasconde l’ottimismo per una positiva conclusione del problema.
Pur essendo al confine con Como, si tratta di zone molto conosciute anche dai tradatesi o comunque dalle migliaia di appassionati che ogni giorno percorrono le decine di sentieri che si inoltrano nell’area protetta. «Uno di questo siti - spiega Clerici - è nella zona di San Bartolomeo, nel territorio di Appiano Gentile, e un altro verso lo stagno del Proverbio, ossia nella zona boscata che porta l’omonimo nome».
Sono state fatte indagini minuziose affinché questi ripetitori, peraltro da sistemare su strutture già esistenti, non abbiano impatto su un territorio che merita ogni attenzione. Certo è che questo è davvero un passo avanti nella soluzione di un problema che, in passato, ha creato più d’un guaio.
L’area protetta è percorsa da alcune strade trafficate che molto spesso sono teatro di incidenti, anche gravi. Incidenti provocati anche da animali selvatici che, soprattutto nelle ore notturne, sono difficilmente individuabili.
Un altro problema riguarda la conformazione stessa delle strade, strette, piene di curve e in qualche caso pure con cunette che corrono lungo la carreggiata. Nel malaugurato caso di incidenti, nelle zone telefonicamente scoperte chiamare i soccorsi è molto complicato. Così come è complicato chiedere aiuto per quelle persone che amano passeggiare nel Parco e sono vittime di un infortunio o di un malore.
Altra questione, tutt’altro che secondaria, è quella della lotta alla diffusione e allo spaccio di sostanze stupefacenti anche perché i pusher e i loro clienti approfittano dei luoghi “scoperti” per i loro traffici illeciti. Una serie di ragioni che hanno fatto partire la mobilitazione per chiedere che la copertura della telefonia mobile fosse il più capillare possibile.
Dopo anni di discussioni e polemiche, sembra essere davvero arrivata quella svolta auspicata da più parti.
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