LAGO DI LUGANO
Tragedia di Porto Ceresio, «Hamid era andato alla boa»
Ventiduenne morto: il dolore del padre

Non ce l’ha fatta Hamid Biselsal, 22 anni, il giovane, di origini marocchine, che era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva cardiochirurgica dell’ospedale San Gerardo di Monza, dopo che i sub dei vigili del fuoco erano riusciti a portarlo in salvo mercoledì 14 giugno. I sub l’aveano ripescato a ben 18 metri di profondità nelle acque del Lago di Lugano, a Porto Ceresio dove era andato per trascorre un momento di svago e fare il bagno con alcuni amici.
IL DOLORE DI PAPA’ HASSAN
C’è incredulità e sconcerto a Turate, nella Bassa comasca, al confine con la zona di Saronno, per l’improvvisa tragedia in cui il giovane ha perso la vita. La notizia del dramma si è rapidamente sparsa in paese lasciando tutti i concittadini letteralmente senza parole, il giovane viveva a Turate da un paio d’anni con il padre Hassan Biselsal e lo zio. Ieri pomeriggio, nel complesso urbanistico delle Case Cristina, sulla Varesina, dove vivevano Hamid e i familiari, gli amici e i connazionali hanno espresso vicinanza ai parenti del 22enne, che lo hanno descritto come un bravo ragazzo, che aveva deciso di concedersi una gita con gli amici, approfittando dei primi caldi estivi. Un’uscita in una zona dove i giovani immigrati pare non fossero mai stati prima, non avrebbero quindi avuto modo di conoscere, e cercare di evitare, le insidie alle quali correvano appunto il rischio di andare incontro con un semplice tuffo nel lago. Un momento di divertimento e di spensieratezza che si è in pochi attimi trasformato in una terribile tragedia di cui i familiari faticano ancora a capacitarsi.
GIOVANE RAPPER
«Era a Turate soltanto da un paio d’anni, ma un po’ tutti avevamo iniziato a legare molto con lui – racconta Habib, appassionato di rap e anche lui rapper con il nome CC4 (il numero civico delle Case Cristina) - era anche comparso in alcuni dei video che ho girato» . Il giovane era impegnato a svolgere vari lavori, che potevano andare dalle sistemazioni di giardini a altre manutenzioni e interventi che si rendeva di volta in volta disponibile a portare a termine sia in paese come pure nel comprensorio.
«NON L’HANNO VISTO PIU’»
L’amico ricostruisce gli attimi in cui è avvenuto il dramma: «Con altri ragazzi eravamo andati a nuotare un po più il là, non ero quindi presente in quel momento - prosegue Habib -, stava però nuotando assieme a altri ragazzi, dovevano arrivare sino a una boa, ma quando stavano tornando indietro si sono accorti che non lo vedevano più e hanno quindi subito dato l’allarme». Sul posto, come detto, sono giunti i soccorsi ma le sue condizioni erano da subito apparse essere veramente molto gravi, nonostante i disperati tentativi di salvarlo, i medici non hanno alla fine potuto far altro che constatarne l’avvenuto decesso. «Quella avvenuta in queste ore è una tragedia che ha lasciato attoniti - spiega l’assessore Paolo Mason - in questo momento così drammatico, a nome di tutta la comunità, vorrei esprimere la nostra vicinanza ai suoi familiari».
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