Arabia Saudita
Tragedia Mecca: il Hajj, rito irrinunciabile per fedeli Islam
Stragi sempre nel luogo dove si celebra lapidazione Satana

Roma, 24 set. (askanews) - Ennesima tragedia alla Mecca, in Arabia Saudita, dove questa mattina durante l'annuale rito del pellegrinaggio islamico una ressa nel punto in cui si svolge il rito della lapidazione di Satana, ha causato la morte di 717 persone ed il ferimento di altri 863. Non è la prima volta che avviene una tragedia del genere, ma vale la pena sottolineare che negli ultimi 20 anni stragi analoghe hanno avuto luogo praticamente nella medesima zona; ovvero il punto dove ogni pellegrino, dei circa due milioni partecipanti al rito religioso, deve lanciare almeno sette sassi sulla rappresentazione del "Diavolo".
Askanews ha interpellato alcuni musulmani che hanno compiuto di recente il pellegrinaggio: per Muhaiman Fattah, commerciante iracheno, le cause delle resse sarebbero da attribuire principalmente a due motivi: "il luogo angusto per due milioni di persone"; e "l'indisciplina dei pellegrini, in particolare gli africani che sono prestanti e per farsi strada spesso spingono gli altri". Un terzo motivo, piuttosto inquietante, lo individua l'iraniano Ziah Hamdullah: "Spesso gli incidenti avvengono perchè qualcuno grida alla bomba provoncando un autentico panico ed un generale fuggi fuggi". A dare origine alla tragedia di oggi, secondo la polizia saudita, sarebbe "una ressa avvenuta all'intersezione con la strada 204" una delle due strade che portano al luogo della lapidazione. Invece, per la tv al Arabia che cita fonti della sicurezza, la causa scatenante "è da attribuire a un gruppo di pellegrini di ritorno dal rito della lapidazione" che avrebbero invaso in senso contrario la strada in cui una folla di fedeli si stava dirigendo verso il luogo dove si celebra il rito.
Il pellegrinaggio canonico alla Mecca e nelle sue prossimità viene chiamato "Hajj", che letteralmente significa "dirigersi verso". Si tratta del quinto dei cinque pilastri dell'Islam (arkan al-Islam). Ogni musulmano che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche è obbligato a compiere, almeno una volta nella vita, il Pellegrinaggio. Ecco i riti che compongono il Hajj.
Niyya e Ihram
Espressione della specifica intenzione (niyya) di adempiere al rito che si sta per compiere. Assunzione dell'ihram, "purezza" conseguibile col "Ghusl", un lavacro completo del corpo, tale da far conseguire la indispensabile "Tahara"; ovvero "l'essere immacolato".
Circumambulazione della Ka'ba
I pellegrini compiono quindi sette giri in senso antiorario attorno alla Ka'ba, l'edificio al centro della Grande Moschea dove è conservata la pietra nera. Quindi ogni fedele deve compiere la preghiera di 2 rak'a ("genuflessione"), davanti al sacro edificio come pure davanti al "Maqam Ibrahim", formazione rocciosa usata, secondo le tradizioni, da Abramo per riedificare la Ka'ba dopo il Diluvio Universale, aiutato in ciò dal figlio Ismaele.
Processione tra Safa e Marwa:
Si tratta di una marcia che viene ripetuta sette volte tra Safa e Marwa, a partire dalla prima collinetta, in ricordo dell'affannosa ricerca della madre Hagarper sé e il figlio Ismaele di acqua , poi miracolosamente scaturita dalla fonte di "Zamzam".
Giorno dell'abbeveramento
Yawm al-tarwiya, o "giorno dello straripamento". In questo giorno avviene lo spostamento dalla Mecca in direzione di Mina, a sud della Città Santa. La notte viene trascorsa dal pellegrino qui o nella pianura di Arafat. Qui avviene il (wuquf) lo stazionamento sulla collinetta del "Jabal al-Rahma" ("il Monte della pietà"), luogo per la sosta che si interrompe con la "ifada", ("messa in movimento") verso Muzdalifa dove vengono adempiute le preghiere del tramonto e della sera.
Giorno del Sacrificio
Questo giorno in arabo è chiamato "Yawm al-nahr" e si svolge a Mina. In questa occasione una pecora, per ogni pellegrino che ne paga il costo, viene immolata ad Allah.
Lapidazione di Satana
"Rami al Jimr", ovvero il lancio di sette sassolini raccolti tra Mina e Muzdalifa, contro una delle tre stele (preferita quella intermedia) che rappresentano il "Iblis" ("diavolo"). Il rito commemora un episodio in cui Satana fu cacciato a pietrate da Abramo perché lo tentava a non obbedire all'ordine divino di immolare il figlio. Il rito della lapidazione può essere reiterato più volte, fino al lancio massimo di 70 piccole pietre.
Rasatura
"Halkh"; ovvero rasatura (o accorciamento per le donne) della capigliatura e termine dello stato di purezza "Tahara". Quindi i pellegrini prendono la via del ritorno alla Mecca per un "Tawaf" ("circumambulazione") di saluto alla Ka'ba ricoperta dalla sua nuova "kiswa" (vestito) annuale.
Giorni della gioia
"Ayyam al-tashriq", significa dall'arabo "i giorni della marcia verso est" ma sono dedicati alla gioia con scambi di visite e pasti conviviali. In questi giorni, (sono tre) è vietato digiunare.
Il Hajj va obbligatoriamente compiuto nel mese lunare di Dhu al hijja, ultimo mese dell'anno islamico. In tutti gli altri mesi il rito è chiamato "Omra", pellegrinaggio "minore" non obbligatorio che si differenzia dal Hajj per la sua minor durata e passaggi.
L'Islam permette a chi ne sia impedito fisicamente ma ne abbia la possibilità economica di delegare qualcun altro all'assolvimento dell'obbligo religioso.
Obbligatorio anche l'abbigliamento del pellegrino maschio, che deve vestire solo due pezze di stoffa non cucite di color bianco; l'"Izar", per cingersi i fianchi e "Rida", per coprire il tronco e la spalla sinistra, ma lasciando libero il braccio destro. Le donne sono invece del tutto coperte.
Chi adempie l'Hajj acquista una buona nomea agli occhi dei musulamani. Talora, ha diritto a indossare un copricapo particolare che ricordi l'assolvimento dell'obbligo ed è insignito del titolo onorifico di "Hajji".
Da molti anni le autorità saudite hanno fissato in circa due milioni il numero di pellegrini autorizzati a compiere il Hajj ogni anno, con l'eccezione del 2012 in cui la cifra ha superato tre milioni di presenze. Dal 2013 è stato stabilito che non si possa richiedere il permesso di compiere il Pellegrinaggio per più di una volta in un quinquennio.
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