IN TRIBUNALE
Trasporta due katane durante il trasloco: assolto
L’uomo era stato denunciato per porto abusivo di armi. Stava aiutando il figlio a cambiare casa, ma la borsa con le spade giapponesi aveva attirato l’attenzione dei carabinieri
Stava aiutando il figlio a fare il trasloco e aveva messo in una borsa due katane, avvolte nel loro fodero. Ma dal sacco spuntavano i manici delle spade giapponesi che attirarono l’attenzione dei carabinieri. E così l’uomo, classe 1962, tornò a casa senza sciabole, entrambe sequestrate, e con una denuncia per porto abusivo di armi, reato dal quale ora è stato assolto.
LA TESTIMONIANZA DELLA MOGLIE
La singolare vicenda approdata nell’aula del Tribunale di Varese, davanti al giudice Davide Alvigini, risale al 2023. A testimoniare è stata chiamata la moglie dell’imputato: «Quel giorno andammo da nostro figlio per dargli una mano con il trasferimento da un’abitazione all’altra. Aveva deciso di cambiare casa perché gli davano fastidio le campane», ha raccontato la donna. Precisando poi che le katane al centro del processo erano esposte su un mobile, sul loro supporto in legno. «Mio marito le ha imballate, mettendole prima nell’apposito fodero, poi in un sacchetto di grandi dimensioni, di quelli che si usano per la spesa al supermercato, per caricarle in auto». Sacco che però non era sufficiente a contenere tutta la spada. E quando la pattuglia dell’Arma, passando davanti alla casa in cui era in corso il trasloco, l’attenzione dei militari fu attirata dall’impugnatura delle spade che “sbucava” dal contenitore che il pensionato teneva in mano. Pensionato che, peraltro, era anche titolare di porto d’armi (per un fucile e una pistola che teneva in casa, frutto di un’eredità).
LA DECISIONE DEL GIUDICE
Alla luce della ricostruzione emersa nel corso dell’istruttoria, è stato il pubblico ministero a chiedere l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato». Richiesta a cui si è associato il difensore dell’uomo, l’avvocato Fabio Brusa, secondo il quale però «il fatto non è previsto dalla legge come reato», trattandosi di un semplice trasporto di oggetti ben imballati e non pronti all’uso. Risultato? Il 63enne è stato assolto, ma – così ha deciso il giudice – «per particolare tenuità del fatto». Ritenendo quindi – stando all’articolo 131 bis del codice penale – che il fatto non sia punibile «per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo». In sintesi, fu una “bagatella”, una cosa da nulla.
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