FERROVIE
Treni veloci Varese-Milano: ecco gli ostacoli
La richiesta di corse dirette in Centrale è bella ma ardua. Questione di “slot”. Il precedente del Lombardia Express naufragato dopo tre mesi

Collegamento diretto Varese-Milano, possibilmente con destinazione la stazione Centrale, a bordo di un treno veloce che copra il percorso in 30 minuti, meno della metà del tempo impiegato (salvo qualche eccezione) dalle attuali corse. La richiesta, non nuova, è stata rilanciata sabato 7 gennaio dal sindaco della Città Giardino, Davide Galimberti, indicandola come una priorità del trasporto pubblico. In effetti, l’assetto del servizio oggi non pone la ferrovia così competitiva, rispetto all’auto, nel pendolarismo verso il capoluogo lombardo, sia che si tratti della linea Varese-Saronno-Milano (più comunemente denominata quella delle Nord), sia la Varese-Gallarate-Busto-Milano (lo “Stato” nella vecchia definizione). Posta la questione, resta da capire se le corse lampo siano fattibili, in che modo e soprattutto se attuabili in tempi brevi.
17 settembre 2012, ore 8.31
Per rispondere, occorre tornare al 17 settembre del 2012, alle 8.31 quando dalla stazione Rfi di Varese fischiò il treno della prima corsa veloce, “Lombardia Express”, verso Milano, con passaggio da Garibaldi (arriverà alle 9.05) e approdo in Centrale (9.15). Una corsa di andata al giorno, quella appunto del mattino, e una di ritorno da Milano (Centrale 19.45, Garibaldi 19.54). Era in sostanza quello che si torna a invocare ora. Il problema è che l’esperimento dell’epoca - durò tre mesi - non venne confermato perché raccoglieva poca utenza, meno di quella trasportata con le corse ordinarie o comunque già in vigore. Questo perché una sola corsa al giorno (una per andata e una per ritorno) non rappresentava un’offerta per tutti; serviva qualcosa di più ampio e strutturato. E qui sta il bello, anzi il brutto: pensare di inserire, nel traffico ferroviario verso Milano, dove le corse da Varese sgomitano a Gallarate e poi a Bovisa con treni provenienti da altre destinazioni (Domossola ad esempio) e dove comunque sugli stessi binari viaggiano anche i convogli che fermano in tutte le stazioni, è difficile, anzi arduo, forse impossibile. Non è un problema di alta velocità, non serve su questo tragitto per ridurre i tempi, l’ostacolo è legato alle infrastrutture e all’affollamento dei treni.
Il problema degli “slot”
È come a Malpensa, una questione di “slot”. Il treno diretto e veloce dovrebbe approdare a Milano, in Centrale, dove l’intasamento da confluenze è già saturo. Può funzionare per una corsa o due corse al giorno, ritagliandogli appunto un binario di ingresso, ma di più no. Questa la situazione oggettiva. Che è poi la stessa su Garibaldi o anche alla stazione di Cadorna pensando all’altra linea Varese-Milano via Saronno se si volesse ipotizzare l’aggiunta di corse lampo all’offerta quotidiana già esistente.
Le possibili soluzioni
Più che di nuove corse dirette da 30 minuti Varese-Milano e viceversa, si potrebbe parlare di intensificazione dell’esperimento “Lombardia Express” di 11 anni fa, non relegandolo a una corsa al giorno ma almeno due o tre, in entrambi i sensi, in modo da accrescere l’utenza. L’input alle Ferrovie deve arrivare però dalla Regione.
Capitolo sicurezza
Un tema altrettanto sentito, anzi di più, è quello della sicurezza. Ancora tanti, troppi, i vandalismi, i furti, le rapine e le aggressioni nelle stazioni e sui treni. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nei giorni scorsi ha auspicato l’impiego di vigilanti, previo via libera da parte del Governo. Può essere una valida soluzione, se fattibile a norma di legge. Un contributo alla sicurezza è arrivato nel frattempo dai nuovi treni che hanno telecamere di ultima generazione su ogni carrozza; macchinista e capotreno possono monitorare ciò che accade in tempo reale sull’interno convoglio. I nuovi treni sono inoltre più illuminati all’interno e con vetri più grandi. Semplici dettagli? No. Aiutano a scoraggiare la commissione di reati.
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