IN TRIBUNALE
Truffa del finto corriere: in fuga con 27 pellicce
Napoletano a processo: a Cunardo si travestì da spedizioniere

«Buongiorno, sono qui per ritirare i visoni». Quando il corriere, con tanto di divisa ufficiale e palmare, si è presentato alla Nuova Varese Pellicce, alla solita ora, nessuno ha avuto dubbi sulla sua identità. E quindi il magazziniere gli ha consegnato gli indumenti, e lo ha persino aiutato a caricarli sul furgone. Ma quando, un paio di minuti dopo, è arrivato un altro corriere di Bartolini per ritirare le stesse pellicce, il titolare dell'azienda ha capito di essere stato derubato dal primo trasportatore. Che si era spacciato per il vero incaricato della società di spedizionieri e aveva preso il volo con la bellezza di 27 capi, per un valore stimato tra i cinquanta e i sessantamila euro.
Per quella truffa è ora a processo un quarantenne napoletano, identificato dai carabinieri grazie al numero di telefono che aveva lasciato alla ditta di autonoleggio che gli aveva fornito il furgone usato per il colpo. Un colpo messo a segno il 15 ottobre 2020 con un complice che invece non è mai stato scoperto. E che secondo gli inquirenti sarebbe entrato in magazzino "travestito" da corriere, mentre l'imputato sarebbe colui che è rimasto al volante del furgone, pronto a ripartire con il bottino.
Furgone che l'imputato avrebbe preso a noleggio in Campania per poi dirigersi nel Varesotto, dopo aver però modificato la targa con il chiaro obiettivo di ostacolare l'inchiesta. Obiettivo fallito, visto che i carabinieri - come ha spiegato, rispondendo alle domande del giudice Andrea Crema e del pm Arianna Cremona, il militare che condusse le indagini - hanno passato al setaccio le telecamere della zona e hanno puntato i riflettori su quel Peugeot Boxer immortalato dalla videosorveglianza, riuscendo a risalire, nonostante le modifiche alla targa, al proprietario, una ditta di autonoleggio. E al numero telefonico lasciato al momento della prenotazione e del ritiro del mezzo; un'utenza che quel giorno ha agganciato le celle tra Valganna e Valmarchirolo.
Da qui l'accusa di truffa in concorso a carico del quarantenne napoletano (difeso d'ufficio dall'avvocato Simona Ronchi). I titolari della Nuova Varese Pellicce - sentiti in aula come testimoni - si sono costituiti parte civile con l'avvocato Sergio Terzaghi (ieri, martedì 9 aprile, sostituito dalla collega Giorgia De Vittori).
Il processo continuerà a luglio con l'esame di altri testi.
LA SPACCATA NOTTURNA
Il negozio di Cunardo fu vittima nel gennaio 2016 di un altro colpo clamoroso, in quel caso una spaccata notturna: dopo aver sfondato la vetrina a mazzate, i ladri fuggirono con una novantina di pellicce. Ma buona parte del bottino fu recuperata pochi giorni dopo a Milano, su un'auto abbandonata in seguito a un incidente stradale.
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