LA SENTENZA
Riccardo Bossi, terza condanna
Appropriazione indebita dopo le truffe, salta la condizionale: 9 mesi di reclusione

Salgono a tre le condanne a carico di Riccardo Bossi, figlio primogenito del fondatore della Lega, Umberto. Riccardo era già stato condannato a Milano a un anno e otto mesi di reclusione (con rito abbreviato) per appropriazione indebita aggravata per le presunte spese con i soldi per i rimborsi elettorali del Carroccio (la sentenza per ora in appello è collegata allo scandalo che travolse Umberto Bossi e la sua famiglia quasi sette anni fa) e a Busto Arsizio a dieci mesi di reclusione con pena sospesa per truffa aggravata per aver acquistato un anello, un girocollo Bulgari e un orologio Rolex (valore complessivo di oltre 26mila euro) in una gioielleria nel centro di Busto Arsizio, senza pagare il conto.
Ieri, lunedì 24 giugno, il quarantenne figlio dell’ex ministro ha collezionato la sua terza condanna.
I giudici della quarta Corte d’appello di Milano lo hanno condannato a nove mesi di reclusione e a 400 euro di multa (senza sospensione condizionale della pena) per un paio di truffe e per un episodio di insolvenza fraudolenta messi a segno tra Varese e Cadorago a cavallo tra il 2013 e il 2014.
La sentenza d’appello, che conferma integralmente quella del Tribunale di Varese nell’ottobre di due anni fa (così come sollecitato dalla Procura generale di Milano), ha inoltre previsto risarcimenti per le tre parti civile costituite per quasi 11mila euro.
Secondo il capo d’imputazione, Riccardo Bossi avrebbe avuto indebitamente cerchi in lega e pneumatici per la sua Audi RS4 da parte della “Nuova Arrigoni gomme” di Varese per un importo di quasi tremila euro; lampade e lampadari per il suo appartamento gallaratese dell’epoca per oltre 7.300 euro alla società Light Shadow 2” di Varese; e un rifornimento di carburante di 45 euro nella stazione di servizio “Lario Est” di Cadorago.
Dalle carte del processo di primo grado emerge che l’imputato, “carpendo la fiducia in virtù del rapporto di fiducia con l’onorevole Umberto Bossi”, non ha mai dato seguito alle sue promesse di pagamento.
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