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Un batuffolo di piume con occhi giallo intenso, sgranati e strabuzzanti, come è giusto che sia, per la sua specie. Ha commosso e mosso particolare affetto il cucciolo di civetta, trovato ferito e tratto in salvo nei giorni scorsi dal corpo volontario di Turbigo, che fa capo alle guardie ecologiche del Parco del Ticino.

«Un’uscita in vigilanza ci ha riservato una piccola sorpresa. Siamo stati chiamati per recuperare un pulcino di civetta ferita», riferiscono i volontari, senza aggiungere altri dettagli alle foto che parlano da sé.

Simili interventi a favore della fauna selvatica, fanno sapere dal Parco, sono all’ordine del giorno e riguardano al solito esemplari di varie specie animali che possono trovarsi in situazioni di pericolo evidente o potenziale. Va da sé che particolarmente esposti alle insidie della natura siano i cuccioli e il piccolo di civetta, che si poteva tenere letteralmente sul palmo della mano, non ha fatto eccezione: «L’abbiamo portato subito a Pontevecchio di Magenta, dov’è, il centro della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) per il recupero della fauna selvatica conosciuto come La Fagiana», riferiscono ancora i volontari turbighesi.

Pochi giorni fa a Busto Arsizio era stata salvata una piccola cornacchia trovata incastrata in un lampione.

Ben più complesso è stato invece il salvataggio di un altro cucciolo, ma di ben altra stazza, che ha animato la sponda piemontese del fiume Ticino.

Dal territorio del comune di Cameri, opposto a Turbigo, era infatti stato segnalato a inizio mese un cerbiatto preso dalle correnti in un canale di diramazione del fiume intitolato alla Regina Elena. Era un’esemplare femmina che faticava ad uscirne e rischiava quindi di annegare. In quella circostanza intervennero i vigili del fuoco sotto la direzione di un veterinario e si dovette procedere a narcotizzare l’animale che solo dopo molte difficoltà venne preso in una rete e issato a riva.

c.co

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