L’ULTIMO SALUTO
L’addio a Vanessa e il ricordo dell’amica
Oggi a Uboldo, alle 15, i funerali della giovane morta in Val Formazza. “Non riesco a immaginare quel giro nei boschi senza di lei»

Sarà la chiesa parrocchiale di Uboldo dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, ad accogliere, oggi alle 15, l’ultimo saluto a Vanessa Gatti, la trentenne originaria di Origgio morta domenica mentre stava facendo un’escursione, in Val Formazza, con il suo compagno, Roberto Biancon, 53 anni e la sua cagnolina, Eos.
FOLLA COMMOSSA DI GIOVANI
Ieri mattina, dopo tutto il disbrigo delle procedure burocratiche tanto necessarie quanto dolorose, i genitori di Vanessa hanno potuto riportare a casa la loro figlia: la salma è giunta in una bara già chiusa ed è stata trasferita nella casa funeraria di via Dante Alighieri a Uboldo, dove è stato un continuo andirivieni di parenti e amici: una folla di giovani e meno giovani, tutti sconvolti, tutti increduli. Tra questi c’è anche Manuela Paradisi, che con Vanessa condivideva la passione per i cani: «Ci eravamo viste sabato e mi aveva detto che il giorno seguente avrebbe fatto una ciaspolata in montagna portandosi Eos. Aveva preferito non portare l’altro cagnolino, era troppo piccolo per affrontare una passeggiata in mezzo alla neve e per questo l’aveva lasciato a casa di suo padre, a Turate».
«CONFIDARMI CON LEI»
«Vanessa - riprende Manuela - era più giovane di me, ma nonostante la differenza di età condividevamo tante cose. Il suo modo di essere mi aveva portato a confidarmi con lei e la stessa apertura aveva dimostrato lei con me. Abbiamo condiviso la sofferenza che entrambe custodivamo in un angolo del cuore, ma grazie alla nostra amicizia eravamo riuscite a trasformare quella sofferenza in momenti belli tra cani, boschi e montagna. La sua Eos e il mio Derek sono sempre stati i due matti della combriccola. Non riesco a immaginare - conclude commossa la donna - che quella strada nei boschi di Lomazzo dovrò percorrerla, d’ora in poi, senza Vanessa e senza Eos».
«DOVE SONO FELICE»
È molto turbato anche don Riccardo Pontani, il parroco di Origgio che questo pomeriggio celebrerà il funerale di Vanessa nella chiesa di Uboldo, essendo quella di Origgio chiusa momentaneamente per lavori: «Non conoscevo personalmente Vanessa, ma ho parlato a lungo con Franco Bucci, il nonno materno, che è molto conosciuto qui in paese, e con la zia. Hanno ricordato una frase che Vanessa era solita ripetere: “Il giorno in cui morirò voglio che accada in montagna, perché là è dove sono veramente felice”». «È incredibile, vengono i brividi al solo pensiero - prosegue il sacerdote - lo dirò anche nell’omelia di domani (oggi, ndr) che di fronte a tragedie simili, una parola è forse poco, ma due sono troppe. Il rischio, infatti, è quello di scivolare nella superficialità, nella banalità o nell’eccesso. La morte, tuttavia, ci interpella sulla vita e sull’aldilà. Il compito di noi credenti è, appunto, di credere e di affidare Vanessa e i suoi cari con la loro disperazione di questo momento nelle mani di Dio. Solo lui sa pronunciare la parola giusta, quella che è piena di senso, che contiene la verità e che consola».
ADDIO A ROBERTO
Anche per Roberto Biancon, che voleva bene a Vanessa e che, come lei, amava tanto la montagna, non resta che la consolazione di quella parola piena di senso racchiusa nella preghiera. L’ultimo saluto a lui è in programma domani alle 15 nella chiesa prepositurale dei Santi Gervaso e Protaso di Parabiago.
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