AFFIDI DEL CUORE
Un atto d’amore verso i cani anziani

Un atto di grande amore. Non ha altro nome la possibilità di offrire ad un cane anziano di vivere l’ultima parte della sua vita in una famiglia, coccolato, amato e soprattutto lontano dalla gabbia. È di questa idea Laura, consigliera, responsabile degli affidi e della pensione del canile e gattile della Protezione animali di Legnano onlus.
Laura, quanti cani anziani avete ospiti?
«Definire esattamente quando un cane diventa anziano è difficile. Diciamo che dai 7 anni in su quelli che vengono in cerca di un affido li reputano già tali. Basandoci su questo dato, la metà dei nostri ospiti è anziana».
Quali sono le problematiche legate ad un cane non più giovane?
«Dipende tutto dal cane, dal suo carattere e dalla sua salute. I nostri ospiti li conosciamo tutti ormai. Sappiamo com’è il loro carattere, cosa amano fare e come si comportano. Non c’è una problematica che accomuna i cani anziani».
Hanno delle esigenze particolari?
«Anche qui, non è sempre vero. Anche quelli giovani possono seguire una dieta particolare perché sono diabetici, hanno dei problemi ai reni o al fegato. Non è l’età che conta anche se, proprio come noi umani, andando ad invecchiare i problemini aumentano e di conseguenza può capitare di correre dal veterinario un po’ più spesso».
Ma allora perché i cani anziani sono così difficili da affidare?
«È un problema legato alla mentalità di chi entra in canile a cercare un cane. Chi prende con sé un cane anziano è perché ha un grande cuore e lo vuole in primis salvare dalla gabbia. Chi porta via un vecchietto non viene in canile con l’intento di portarsi a casa un cane perché lo vuole soltanto, ma viene per salvarlo e non farlo morire in canile. Che è diverso. Il motivo più bello è questo. Chi viene in canile per cercare un cane non ha paura delle esigenze dell’animale, ma del carattere che ad una certa età è già formato e dunque più complicato, e delle abitudini che, forse, non gli cambi più. Si può spiegare loro che non è sempre così, ma è davvero dura far cambiare opinione. Ma in molte occasioni non è stato così e una volta arrivato nella casa nuova il vecchietto si è abituato facilmente alla nuova situazione. Dipende molto dal cane e dalla persona che lo accoglie in casa. Con alcuni affidi poi il cane anziano è l’ideale».
A ogni affidatario corrisponde un quattro zampe «ideale»?
«Esatto. Ad esempio se la richiesta di un’adozione arriva da una persona non più giovanissima, non possiamo proporre loro un cucciolo perché sarebbe troppo impegnativo o un cane giovane ed energico che ha voglia di correre tutto il giorno. Per un umano anziano è perfetto un cane anziano, così le esigenze dell’uno sono simili a quelle dell’altro. Oppure ad una famiglia alla prima esperienza con un animale in casa non facciamo vedere loro un cane con esigenze particolari, ma l’ideale è un cane anziano docile e che non presenta problemi di gestione. Spesso però a scegliere sono i bambini».
Come i bambini?
«Proprio loro. Più di una volta sono venute delle famiglie in cerca di un cagnolone da portare a casa. I genitori lo vogliono giovane, spesso invece i bambini si innamorano dei vecchietti perché buoni, teneri e coccoloni soprattutto con loro piccoli. Dipende poi dalla famiglia che hai di fronte. Qualche mese fa avevamo qui in canile un cane di nome Condor con un carattere meraviglioso. Non lo guardava nessuno perché aveva 9 anni ed era tutto nero. Purtroppo i cani neri sono molto difficili da affidare, forse per il colore scuro del mantello che incute timore. Dopo averne visti un po’, i bambini si sono perdutamente innamorati di lui perché aveva un carattere molto docile. E alla fine i genitori hanno ceduto e lo hanno portato a casa. Continuano a mandarmi le fotografie di loro con Condor al lago, tutti abbracciati... uno spettacolo. Purtroppo però non tutti i cani anziani sono così. Alcuni sono cresciuti in canile perché arrivati giovani e hanno un carattere particolare. In queste situazioni la persona affidataria deve intraprendere un percorso di formazione e conoscenza con gli educatori e i volontari, ma non tutti se la sentono e hanno così tanta pazienza».
Ci racconta una storia a lieto fine?
«Tredici anni fa è arrivata in canile una cucciola femmina. Da allora è stata sempre con noi. All’epoca avevamo davvero molti cani ospiti e lei passava sempre in secondo piano perché si spaventava facilmente e non “emergeva”. Un mese fa invece, all’età di 13 anni, è stata affidata: avevamo messo in conto che sarebbe potuta tornare indietro perché magari dopo così tanto tempo passato in canile, non si sarebbe potuta abituare a una nuova casa e una nuova vita. Invece mi stanno mandando delle fotografie che fanno venire da piangere perché la vedi al guinzaglio al parco o che gioca con altri cani scodinzolante. Insomma non avremmo mai pensato ad un adattamento così veloce. Ogni storia è diversa, dipende proprio tutto dal cane e da chi lo accoglie in casa. Ed è una sorpresa tutte le volte».
Serena Minazzi
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