TEATRO ELIDAN
Un «Hamleto» scombussolato

Nove attori decidono di mettere in scena l’«Amleto» come Shakespeare l’ha pensato, ci lavorano di buzzo buono e sono quasi pronti per il debutto, quando l’arrivo di Rolf, celebrato regista della Royal Shakespeare Academy, scombussola totalmente i loro piani, con ore di prove gettate alle ortiche e dubbi amletici (appunto) sul come proseguire.
I nove protagonisti - ovvero Rolf Cook, Luisa Carabelli, Cristina Conca, Riccardo Ranavolo, Riccardo Teuchtel, Micol Rossati, Chiara Urso, Davide Giubileo e Marco Neglia - sono parte del Gruppo Studio Uno di Elidan Teatro delle Dimensioni, compagnia fondata nel 1998 da Daniele Braiucca ed Elisa Renaldin, e giovedì 8 giugno alle ore 21 propongono il loro «Hamleto» al teatro Nuovo di Varese nella rassegna «Note di Scena».
«La pièce è il pretesto per offrire al pubblico uno spettacolo recitato con diverse tecniche, dal teatro naturalistico all’astratto al brechtiano, naturalmente in conflitto tra loro. Il famoso regista parla soltanto inglese e ciò crea non pochi problemi al cast, lui propone una teatralità d’avanguardia, con variabili gestuali, ma gli attori finiscono con il rappresentare soltanto il poco che hanno compreso, quindi ci saranno entrate sbagliate, battute ritardate o anticipate, movimenti inutili, insomma tutto quello che non si dovrebbe fare a teatro», spiega Daniele Braiucca, 63 anni, da quaranta in scena, prima come attore quindi nelle vesti di regista.
«Il mio Hamleto è un lavoro sull’incomunicabilità, parte tragedia e diventa commedia degli equivoci, tra gli attori si scatena la rivalità professionale, tutti desidererebbero essere Amleto e Ofelia, ma in realtà nessuno riesce a essere ciò che vorrebbe. Gli attori non utilizzeranno scenografie, di volta in volta si scambieranno i mantelli dei personaggi e accompagneranno la recitazione con le percussioni».
Daniele Braiucca, laureato in filosofia con una tesi su «Psicodramma e teatro contemporaneo», si è formato come attore «sul campo», con registi quali Ricky Ferrero a Torino, Marco Bogliani, Bruno Stori e Gyula Molnar, e con Gaetano Sansone, direttore della Scuola di Cinema di Milano, quindi con una lunga militanza nella compagnia Teatro Città Murata di Como. Racconta: «Come attore ho lavorato anche con lo Stabile di Catania e il Serraglio di Torino, ma con la compagnia di Como ho fatto quasi vent’anni di tournée, con cento repliche in stagione da novembre a maggio, erano altri tempi. Poi nel 1998 con Elisa ho fondato una compagnia a Varese unendo le mie e le sue competenze. Elisa ha studiato con il metodo Strasberg, con Margotta e De Fazio e ha frequentato una scuola di counseling, oltre a essere pianista e percussionista. Lei, durante i laboratori teatrali, approfondisce il carattere dei singoli aspiranti attori e interviene sui risvolti psicologici connessi alla recitazione e il rapporto dell’individuo con il resto del gruppo».
Elidan Teatro delle Dimensioni vive sul grande lavoro dei due fondatori, instancabili nell’organizzare laboratori e stage, corsi di teatro nella sede messa a disposizione dal comune di Morazzone e nel rione varesino di Bobbiate, saggi con gli allievi delle scuole con cui collaborano da anni, in programma tra l’altro il 17 e 24 giugno.
«Lavoriamo su due linee, Elisa segue da vicino il lavoro di formazione dell’attore e io mi occupo delle tecniche teatrali, l’importante è conoscere a fondo la persona prima di scavare nel personaggio da interpretare. Abbiamo la fortuna di poter contare su una sede per corsi e prove, e il comune di Morazzone costruirà uno spazio fisso per il teatro grazie ai fondi regionali e comunitari».
Daniele ed Elisa operano parecchio nei licei della zona, ora stanno collaborando con il classico di Busto Arsizio per mettere in scena le grandi opere letterarie del programma scolastico, dall’«Eneide» all’«Inferno» di Dante, fino ai «Promessi sposi» e «Don Chisciotte», con scene spesso ispirate ai quadri dell’epoca.
«I ragazzi mandano a memoria i testi con sorprendente facilità, ora stiamo lavorando sul ‘300 di Boccaccio. La preside è molto attenta ai risvolti psicologici del fare teatro e gli allievi che collaborano con noi risultano poi meglio motivati nello studio e meno inibiti. A luglio, con gli attori dei nostri corsi teatrali, allestiremo a villa De Strens di Gazzada Schianno lo spettacolo Red river blood, ispirato alla cinematografia di Quentin Tarantino. Grazie al nostro modo di fare teatro, che è molto vicino al cinema, cerchiamo di avvicinare i giovani al palcoscenico».
Terminato «Hamleto», Braiucca e Renaldin rifiniranno il progetto più ambizioso, «Anime volanti», una pièce ambientata nel mondo del circo che debutterà al teatro OpenJobMetis di Varese il prossimo dicembre. L’idea si è materializzata grazie alla conoscenza di Paride Orfei, figlio del leggendario Nando, che tra l’altro parteciperà allo spettacolo in veste di attore, mentre sua moglie è acrobata.
«È la storia vera, anche se in teatro sarà un po’ modificata, di un’acrobata spagnola caduta in allenamento e rimasta paralizzata. Nella pièce l’artista muore, e la sua anima volteggia sopra il tendone grazie alle riprese con il drone del documentarista Eugenio Manghi (col quale in tempi lontani lavorai al Teatro Instabile di Varese), le cui immagini saranno proiettate in sala. In scena ci saranno cinque acrobati di Paride Orfei e altrettanti attori che però si cimenteranno anche in performance circensi. La nostra intenzione è di portare questo spettacolo in giro per l’Europa».
«Hamleto» - Giovedì 8 giugno a Varese, teatro Nuovo, viale dei Mille 39, 12/8/6 euro.
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