LA SORPRESA
Un tesoro di lire sepolto in banca
Cinque miliardi “dimenticati” nei caveau del Canton Ticino. Anche lombardi tra i risparmiatori

Visto il crollo del potere d’acquisto della classe medio-bassa col passaggio dalla lira all’euro, sono milioni gli italiani che chiedono il ritorno alla lira. Altri invocano invece il “ritorno delle lire”, stimate in due miliardi e mezzo di euro custoditi nei caveau del Canton Ticino sotto forma della vecchia moneta nazionale italiana.
Già, fra Mendrisio, Lugano e dintorni, appena si entra nei bunker di qualche banca, spuntano delle sorprese e, in questo caso è una montagna di soldi del vecchio conio.
A rivelarlo è stato un articolo pubblicato sull’ultimo numero dell’Espresso.
Ma di chi è il malloppo e, soprattutto si potrà rimpatriare in Italia?
Sulla prima domanda la risposta è un mezzo mistero perché, chiaramente, i potenziali miliardari gradiscono il segreto bancario avuto in questi anni elvetici che, tuttavia, cadrà proprio quest’anno.
Da una parte una pista porta al Veneto, un’altra al Centrosud d’Italia e l’ultima in Lombardia e potenzialmente, qualche soldino potrebbe essere stato portato in Ticino anche dal Varesotto.
Certezze non ve ne sono, mentre c’è qualche speranza sulla possibilità di ritorno del tesoro sul territorio tricolore.
Finora, probabilmente per non incappare nella giustizia, le lire non si sono mosse dall’esilio dorato rossocrociato né con gli scudi fiscali né con la voluntary disclosure, ma per questi risparmiatori, dalla Corte costituzionale è arrivata una buona notizia.
La Consulta ha infatti dichiarato illegittima la norma voluta dal governo Monti che anticipava dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011 il termine di conversione delle lire e quindi dallo scorso 22 gennaio sono iniziate presso le Filiali della Banca d’Italia le operazioni di cambio.
Una decisione che ha consentito, da gennaio a novembre 2016 di convertire ben 2,5 miliardi di euro in sole 226 operazioni.
La decisione dei giudici costituzionali è arrivata dopo un ricorso al Tribunale di Milano da parte di un gruppo di risparmiatori che non erano riusciti a cambiare una cifra in lire equivalente a 27mila euro.
Nonostante la possibilità da mesi, tuttavia, come spiega l’Aduc, l’Associazione dei consumatori italiana, questo genere di operazioni sono bloccate per una serie di cavilli legali e procedurali. Ma i proprietari dei capitali in lire che si trovano in Ticino hanno deciso di andare avanti. Riuscirà l’operazione di rientro?
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