LA CERIMONIA
"Una mela al giorno" sbanca il Chiara Giovani
Mattia De Rinaldis, 23 anni, è il vincitore dell'edizione 2015: il suo racconto che affronta i misteri dell'Alzheimer e la sofferenza di chi lo vive da fuori ha convinto la giuria. Domenica 25 il gran finale


«Essere primo con questo racconto è un’emozione ancora più grande, perché è una storia che nasce da un sentimento vero che ho letto negli occhi di mio padre, quando era alle prese con la malattia di sua madre, una malattia che consuma i ricordi e l’amore». Così Mattia De Rinaldis, studente varesino classe 1992, commenta la sua vittoria al Premio Chiara Giovani, affidando il resto alla lettura del testo, intensamente “recitata” dall’attrice Sarah Collu.
E’ lei infatti a dare voce e corpo ai protagonisti, Stefano, che in “Una mela al giorno” prova a far rinascere un ricordo dal passato da poter conservare come ultimo saluto, e Nina, la madre malata di Alzheimer per la quale quella mela, che compariva sulla tavola nei suoi tempi migliori, diventa unico spiraglio per uscire dalla «campana d’assenza» in cui la malattia l’ha rinchiusa.
Ma gli scritti inediti degli otto giovani premiati domenica 18 a Villa Recalcati, su valutazione di una giuria tecnica e e di una popolare, sono solo la punta di diamante di un terreno fertile che, degli oltre centocinquanta racconti pervenuti, ne vede pubblicati 26, nel volumetto “A tavola” edito dagli Amici di Piero Chiara, con il sostegno di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Varese, Fondazione Comunitaria del Varesotto, Repubblica e Canton Ticino, Openjobmetis, A2A e Prealpi Servizi, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico territoriale di Varese. Il valore aggiunto di questi giovani? «La loro capacità di aver saputo trasformare sensazioni individuali in temi collettivi e percepibili da tutti», commenta Giuseppe Battarino, scrittore, magistrato e componente di giuria. Così, in una sala gremita, i giovani scrittori hanno dimostrato di essere capaci di cogliere e descrivere il proprio essere nel mondo, con la voglia di chi ancora crede che «il cielo possa essere più celeste e forse anche un po’ migliore».
Seconda classificata la gallaratese Camilla Eleonora Manara, le cui “Sinestesie” si intrecciano come parti di una matrioska, prima di arrivare al raffinato finale, e terze a pari merito Annalisa Fusi di Viggiù con “Memorie di una tovaglia a quadretti rossi” e Stella Monestier di Induno Olona con “Baragouin”, entrambe studenti del liceo classico “Cairoli” di Varese. Non è un refuso il “Casus Belly” di Edoardo Balacchi, che conquista il quarto posto «spalancando la bocca del forno», mentre quinta è Beatrice Penna, del liceo di Scienze umane “Maria Ausiliatrice” di Varese, che partendo da “Il colore dei miei calzini” riflette sul rapporto, spesso squilibrato, con il cibo e sul suo valore di identità e appartenenza. Al sesto posto, a pari merito, la “Spasmodica attesa di un innamorato su una sedia di provincia” di Andrea Angaroni e la “Cena a sorpresa” di Alessandra Bellina. Ma il Festival del racconto non si ferma qui e, con il presidente degli Amici di Piero Chiara, Romano Oldrini, e la responsabile del Premio, Bambi Lazzati, dà appuntamento al 25 ottobre per la proclamazione del vincitore di questa edizione.
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