IL CASO
«Una multa ingiusta sul treno»
La lettera di uno studente-pendolare di Saronno. Gli è stata contestata la prima classe non coperta dal tagliando sul Malpensa Express
Mi chiamo Thomas Riva, sono nato il 27 novembre 2006 e vivo a Misinto. Vi scrivo non per chiedere un rimborso, ma per raccontare una storia semplice: quella di un ragazzo di diciotto anni che, con entusiasmo e sacrificio, ogni giorno prova a raggiungere il proprio sogno.
Ecco il racconto del giovane pendolare. Da quando ero bambino sono affascinato dalla robotica. Ho frequentato l’Itis “G. Riva” di Saronno e, dopo aver sostenuto il test in quarta superiore, oggi sono iscritto a Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano . È un traguardo che la mia famiglia ed io abbiamo costruito pezzo dopo pezzo: un solo reddito, libri, tasse universitarie e il costo non indifferente degli spostamenti.
IL MIO VIAGGIO TIPO
Il mio viaggio tipo è questo: bus Z160 da Misinto a Saronno, poi treno verso Milano Cadorna (o Garibaldi), quindi metropolitana fino a Piola. Per essere in regola e contenere le spese ho sottoscritto l’abbonamento annuale STIBM Under 26 MI1–MI7, pagato 534 euro ad agosto ed entrato in vigore da settembre: mi era stato spiegato che era la soluzione “tutto compreso” (bus+treno+metro) per chi, come me, ha meno di 26 anni.
IL FATTO
Giovedì, 30 ottobre 2025, rientrando dall’università a Cadorna, sono salito su un Malpensa Express diretto verso Saronno. Ero convinto di viaggiare correttamente con il mio abbonamento. Invece, a treno partito, il controllore – affiancato da due addetti alla sicurezza – mi ha contestato il fatto che mi trovassi in prima classe e che lo STIBM non coprisse quella classe. Ho chiesto innanzitutto se potessi spostarmi in seconda, ma mi è stato risposto che su quel treno la seconda classe non esiste e che l’intero convoglio è prima classe. Ho fatto presente che nessuno mi aveva informato che l’intero Malpensa Express fosse considerato di prima classe e che, a bordo, non vi fosse un’indicazione chiara.
POCA CHIAREZZA
Il controllore ha sostenuto che sullo schermo di bordo, accanto alla destinazione “Malpensa”, compariva la dicitura T1, la quale – a suo dire, “ come riportato sul sito” – indicherebbe la prima classe. Dopo avermelo fatto notare, ho visto anch’io “T1”, che però per chiunque richiama il Terminal 1 dell’aeroporto, non la classe del vagone. Resta quindi il fatto che su quel treno l’informazione sulla prima classe non è esposta in modo semplice e accessibile a tutti.
Mettendosi nei panni degli utenti, si capisce come una persona che arriva in stazione – dove sui treni Trenord di norma non vi sono distinzioni di classe – debba trovare un’indicazione esplicita, e non un codice interno come “T1”.
LA MULTA
Il risultato è stato una sanzione di 32,00 euro (voce “Supplemento Prima Classe”, con sanzione e spese). Non nego che mi sono sentito preso in giro: ho pagato oltre 500 euro di abbonamento proprio per non trovarmi in situazioni del genere, e invece mi sono visto trattare come chi «prova a fare il furbo», quando non ho mai viaggiato senza titolo. In una carrozza piena, il controllo è ricaduto su me – uno studente di 18 anni – e su una signora anziana: capisco i controlli a campione, ma la sensazione è stata quella di essere facili bersagli.
NESSUNA AGEVOLAZIONE PER GLI STUDENTI
Questa esperienza ha un significato più ampio del singolo episodio. In Lombardia, per uno studente universitario pendolare, non esistono vere agevolazioni dedicate: si paga la cifra piena o quasi, e se per necessità oraria l’unico treno utile è un Malpensa Express, scatta la trappola del supplemento o della “classe unica”. In altre regioni, invece, gli studenti beneficiano di misure più forti: dalla gratuità degli abbonamenti per i tragitti casa–università alla riduzione del 50% per gli under 27, oppure abbonamenti annuali fortemente scontati con criteri trasparenti. (...) Vi chiedo di mettervi nei nostri panni: al costo dell’università e dei libri si somma il costo degli spostamenti, e un’ambiguità informativa o una regola poco chiara diventano subito una multa che pesa.
LE PROPOSTE
Chiedo di accendere un riflettore su una situazione che riguarda migliaia di studenti pendolari. In particolare, chiedo che si apra un confronto pubblico su diversi temi. In primis, chiarezza delle regole: cartelli ben visibili sulle classi e sulla validità degli abbonamenti; scritte non ambigue; messaggi audio e visivi ridondanti (penso anche alle persone con disabilità uditive: non basta una registrazione audio, servono segnalazioni scritte chiare).
Poi, agevolazioni universitarie reali e uniformi, almeno come standard minimi: gratuità o sconti significativi, facilmente accessibili.
Serve un allineamento dello STIBM alle esigenze degli studenti: inclusione del Malpensa Express nelle tratte suburbane più frequentate senza supplementi, oppure un supplemento universitario simbolico.
Infine, formazione del personale a comunicare prima della partenza ciò che può generare equivoci, specie a chi esibisce un abbonamento.
Io continuerò a studiare, a prendere autobus, treni e metro in regola, perché credo nella scuola pubblica e nel merito. Ma desidero che il prezzo della correttezza non sia l’ennesimo balzello per chi sta semplicemente provando a costruirsi un futuro.
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