IL TEATRO
Un'incantevole cornacchia
Anita Caprioli nella sua Busto Arsizio venerdì 8 e sabato 9 marzo. Recitando la storia di Antigone

La sua è una delle voci più belle del cinema italiano.
Utilizzata, non a caso, al meglio da Giovanni Veronesi in "Manuale d’amore". Bene, ora questa voce Anita Caprioli la presta a... una cornacchia. Lo fa per amore del teatro. Anche se a darle popolarità e successo sono stati il piccolo ("Tutti pazzi per amore 3") e grande schermo (i due "Immaturi" tra i titoli forti), l’attrice non dimentica il primo amore. E, pur essendo quasi sempre a Roma o in viaggio per lavoro, non dimentica la sua Busto.
Qui proporrà "La storia di Antigone - Favola in musica per cornacchie, cani selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri e fanciulle in fiore". In scena allo Spazio Teatro, PalkettoStage, di via Galvani, venerdì 8 marzo (tutto esaurito) e - data aggiunta al volo, posti disponibili - sabato 9 marzo, sempre alle 21.
Anita Caprioli nel ruolo di una cornacchia non suona molto credibile...
«In realtà mi limito a raccontare la realtà come la vede lei, dall’alto di una delle sette porte di Tebe dove è appollaiata. Dal punto di vista di chi considera gli esseri umani "ancora vivi" prima di essere trasformati in cibo. E li osserva con distacco, evidenziandone inettitudini, piccolezze e ridicolaggine».
C’è motivo di ridere?
«O almeno di sorridere. Uno dice Sofocle e si pensa "Oddio!", poi scopri che la favola è in realtà anche divertente».
Un testo che non viene proposto nella sua versione originale...
«Tutto nasce da nasce da un’idea di Alessandro Baricco e da un’iniziativa editoriale - la collana "Save The Story" - della Scuola Holden: fare riscrivere alcuni classici da autori contemporanei. Ad Umberto Eco è stato affidato "I promessi sposi", a Andrea Camilleri "Il naso" di Gogol. Per "Antigone" si è scelta la scozzese Ali Smith. A questa versione si ispira il nostro spettacolo, diretto da Roberto Tarasco, legato al’esperienza del Teatro Settimo ».
In scena non c’è solo la lettrice...
«Divido il palco con un bravissimo musicista, Didie Caria (tra l’altro approdato alle semifinali della sesta edizione di "X Factor"; ndr), dalla formazione gospel e jazz. La sua colonna sonora, suonata dal vivo, rappresenta in pratica il coro della tragedia di Sofocle. Nata come reading , la nostra fiaba musicale è diventata altro, di più. Con una scenografia arricchita dalle installazioni surreali dello scultore Giovanni Tamburelli».
Il debutto è stato al Teatro Olimpico di Vicenza, ospiti della rassegna diretta da Nekrosius; bel biglietto da visita...
«Uno scenario straordinario, irripetibile. Sono comunque seguite altre repliche, Genova, Torino e Sanremo tra le città toccate, tutte accolte con interesse dal pubblico. Naturalmente sono felice di proporlo a Busto, la mia città d’adozione e la città dove ancora oggi abitano i miei».
Che cosa l’ha spinta verso Antigone?
«Il progetto in sè e la possibilità di dare vita ad un lavoro fatto di professionalità diverse messe a confronto. E poi l’attualità del testo. Al centro della tragedia c’è il tentativo di Antigone di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re Creonte. Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio? Il diritto umano o quello di Stato?. Non mi sembrano poi interrogativi così tanto fuori dal tempo. Eppure, ripeto, temi così forti sono qui trattati anche con leggerezza, tanto da poter proporre - come è stato fatto - il testo ad un pubblico di bambini. Si tratta di una favola...».
Al cinema quando la rivedremo?
«Quando uscirà "La prima neve", il secondo film di Andrea Segre, girato in Trentino. Il primo, "Io sono lì" mi aveva conquistato; così, quando è arrivata la sua proposta, ho accettato senza esitazioni».
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