IN TRIBUNALE
Va in Egitto, torna invalida. Ma è accusata di truffa
I dubbi del tour operator dopo l'incidente con il quad nel deserto: la donna e il compagno avvocato imputati per truffa all’Inps

Una vacanza che, comunque finirà il processo, ha segnato la vita della coppia irrimediabilmente: avvocato lui, fisioterapista lei, rispondono di truffa aggravata ai danni dell’Inps, oltre che ai danni di Alpitour. Secondo l’accusa avrebbero approfittato di un incidente con il quad per far riconoscere alla donna un’invalidità del cento per cento. In altre parole, l’imputata non sarebbe costretta davvero su una sedia a rotelle, da ormai sette anni fingerebbe - con la complicità del compagno - un danno fisico mai riportato.
I DUBBI DEL TOUR OPERATOR
Fu il tour operator a mettere in dubbio la veridicità della documentazione prodotta e a sporgere denuncia in procura, nonostante in sede civile fosse stata accertata la responsabilità di quella disgrazia. E la procura, ravvisando un reato contro un ente pubblico, lo ha contestato alla coppia. L’istituto nazionale per la previdenza sociale, per contro, non ha mai avuto perplessità. Anzi, dopo la visita di controllo del 2023 ha confermato la riduzione totale delle capacità fisiche della donna.
ALBA SULLE DUNE
L’episodio che è al vaglio del giudice Rossella Ferrazzi risale al 2 settembre del 2017. Nel viaggio sul mar Rosso era contemplata un’escursione nel deserto - una motorata - per ammirare lo spettacolo del levar del sole. Durante il rientro, il quad guidato dalla fisioterapista si ribaltò provocandole una frattura al piatto tibiale. Ne seguì il trasporto all’ospedale di Port Ghalib, l’ingessatura, lo slittamento del volo di ritorno di due giorni ma soprattutto l’insorgenza dell’algodistrofia: si tratta di una condizione di dolore cronica, intensa e debilitante. Una patologia che ha stravolto la sua esistenza e che l’ha portata a una seria forma di depressione maggiore. E il procedimento penale in corso non è certo un toccasana.
INVESTIGATORI PRIVATI
Instaurata la causa civile (conclusa con un cospicuo risarcimento alla fisioterapista), Alpitour si rivolse a un’agenzia investigativa incaricata di scoprire se l’invalidità della donna fosse autentica e non una messa in scena. Il materiale raccolto - foto estrapolate da Facebook, un filmato montato a spezzoni e altra documentazione - pare avvalorare la tesi del tour operator, che si è costituito parte civile. Toccherà all’avvocato Anna Molinari dimostrare l’attualità degli elementi prodotti dall’azienda turistica a sostegno dell’accusa. La datazione delle immagini è uno degli aspetti da approfondire; un altro punto su cui farà leva la difesa sarà la modalità della realizzazione di quei sette minuti di videoriprese che ritrarrebbero la donna in discrete condizioni fisiche.
La prossima udienza è prevista tra una settimana ma gli avvocati hanno già annunciato l’adesione allo sciopero delle camere penali, quindi il dibattimento riprenderà a novembre.
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